Tommasi: “Tornare in campo sarà difficile, ma fateci allenare”
L'argomento di dibattito delle ultime settimane è quello relativo alla possibilità di riprendere il campionato di Serie A. Alcune leghe hanno optato per sospenderlo definitivamente, senza assegnare un vincitore, come se non fosse accaduto nulla. In Italia si lavora per ripartire, stando a quanto comunicato in conferenza stampa da Giuseppe Conte, durante la Fase 2 gli sportivi potranno allenarsi individualmente dal 4 maggio, mentre dal 18, invece, sarà possibile allenarsi in gruppo prendendo le debite precauzioni. Il presidente del AIC, Damiano Tommasi, ha rilasciato una lunga intervista alla Gazzetta dello Sport, facendo da portavoce dei calciatori.
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Decisione senza senso
Damiano Tommasi non è daccordo con le decisioni prese dal governo, in particolar modo sulle modalità d'allenamento individuale: "Non le troviamo un senso. Non sto parlando della ripresa della stagione appesa a tante incognite ma della possibilità per i giocatori di allenarsi individualmente in strutture dove sono controllati. Parliamo di salute degli atleti, questa norma rischia di produrre un aggravamento e non il contenimento del rischio. Per il calciatore il ritorno alla giusta forma atletica dopo questo stop obbligato è un passaggio necessario e utile anche ad evitare infortuni e per essere pronti per iniziare il 18 maggio gli allenamenti di gruppo".
Contagio in seguito alla ripresa
Un tema di grande importanza è sicuramente l'eventuale contagio in seguito alla ripresa delle attività. Ancora, secondo Tommasi, non c'è chiarezza: "la positività di un calciatore è un tema centrale. Ci si ferma? Viene isolato, si fanno i test agli altri e si prosegue? Il protocollo che è stato preparato prevedeva una serie di casistiche, però sembra che presenti delle criticità e vada rivisto. In ogni caso deve essere tutto molto chiaro su cosa fare se si riprende: test, tamponi, spazi, viaggi, trasferte, lavoro di gruppo".
Campionato senza senso?
Non sarà sicuramente facile riprendere dopo un periodo così lungo senza calcio giocato, un'eventuale ripresa darebbe una parvenza di normalità: "Da un punto di vista sportivo c’è stato un lungo stop, è normale che non si possa riprendere con le condizioni fiche e psicologiche di prima, ma le squadre almeno ripartiranno tutte da zero. Da un punto di vista sociale un senso lo avrebbe, perché vorrebbe dire ricominciare a vivere la normalità, anche se con gare a porte chiuse".
L'intera intervista si trova sulla Gazzetta dello Sport