Dall’Ajax a Venezia, i canali di Johnsen: “Lì ho sognato, ora voglio giocare”
“Fino a ieri vivevo ad Amsterdam: l’acqua e i canali ci sono anche lì. Ma Venezia è di un altro livello”. Vicino a lui Poggi annuisce: Dennis Johnsen parla già come uno del posto. Ha fatto il primo giro in barca, due palleggi in Piazza San Marco, il suo ingresso al Penzo. E giovedì si è presentato alla stampa: “Sono qui per far vedere chi sono”. L’unica cosa che l’Ajax non gli ha dato fino in fondo.
Perché Johnsen, norvegese classe ’98, è stato allenato da Erik ten Hag nell’anno della semifinale di Champions. Ha affrontato De Ligt. Ricevuto palla da De Jong. “Campioni talmente grandi”, sorride lui. “È molto difficile emergere tra loro: ho imparato tanto, ma ho capito che era giunta l’ora di cambiare pagina. E calcio. E paese”.
Tutto era iniziato a Trondheim, prendendo appunti da papà Tor Gunnar (ex attaccante del Rosenborg) e accendendosi con Ronaldinho in tv. Poi cinque anni in Olanda. Allora perché proprio Venezia? “Mi hanno cercato davvero, facendomi sentire subito a casa”.
Ma il dietro le quinte lo rivela Poggi, responsabile dell’area tecnica arancioneroverde: “Ringraziamo l’Ajax e la Pure Sportsmanagement per la riuscita dell’operazione. E anche Henry Van der Vegt”, compagno dell’ex attaccante all’Udinese e oggi nello staff tecnico del PEC Zwolle. Dove Johnsen era in prestito fino allo scorso giugno: “Quando ci si conosce così bene è tutto più facile: Henry mi ha dato tutte le garanzie necessarie su un giocatore che ha già dimostrato tanto. Con noi firma un quadriennale, per continuare a crescere ed esprimere a Venezia tutte le sue qualità”.
Cruijff mentality
Dribbling, tanti assist e qualche gol. Svariando su tutto il fronte d’attacco, preferibilmente partendo da sinistra. “Il calcio olandese insegna due grandi lezioni”, Johnsen prosegue in esclusiva per GianlucaDiMarzio.com. “Essere reattivi in ogni fase della partita. E liberi di giocare. Oggi mi sento così: un attaccante libero”.
Scuola De Toekomst, più il tocco di ten Hag. “Grandissimo allenatore”, sottolinea Dennis. “Con una filosofia di gioco ben precisa, specialmente per i giocatori offensivi. Sempre alla ricerca degli spazi. Un calcio in continuo movimento”. A Dennis regalerà il debutto in prima squadra, dando il cambio a Justin Kluivert. All’Ajax un sogno trascinante.
“C’ero anch’io all’inizio di quell’avventura”: rewind, agosto 2018. Dopo una buona stagione fra gli Jong, Johnsen si allena sempre di più con i big che di lì a poco avrebbero schiantato il Real e la Juventus. “Chi se lo sarebbe immaginato!”, ammette ora. “Eravamo un gruppo straordinario, capace di alzare l’asticella di partita in partita. Ma a gennaio, proprio sul più bello, andai in prestito all’Heerenveen”.
Concorrenza imbattibile. “Neres a sinistra, Ziyech a destra. E poi Frenkie: il più grande di tutti”. A Johnsen rimangono i preziosi consigli di ogni partitella. “Ringrazio soprattutto Huntelaar: veramente bravo e paziente a dare qualche dritta a noi giovani. E anche Dennis Bergkamp, quando era nel nostro staff”, ‘l’altro’ Dennis ricorda. “Mi hanno aiutato tanto. Questa è la mentalità Ajax: dall’Academy alla prima squadra, una famiglia che continua oltre il calcio. Lì lascio i miei migliori amici”.
Ne troverà di nuovi a Venezia. “Ma per prima cosa voglio provare i vostri campi da golf!”, esclama Johnsen. “Quando non gioco a calcio mi trovate lì. Non vedo l’ora di ripartire”. Fiordi, canali e laguna. Palla al piede, rotta verso sud.