Petagna-Paloschi, da “scarti” ad arbitri della corsa all’Europa del Milan

E se… tra il Milan e la qualificazione alla prossima Champions si frapponessero due “ex” amici? Domenica sera, SPAL-Milan. Ultima giornata di Serie A. Ultima chance per i rossoneri di qualificarsi all’Europa dei big. Di fronte la coppia Paloschi-Petagna, ora attaccanti della squadra di Semplici ma cresciuti e diventati professionisti proprio nel Milan, col diavolo che non ha puntato forte su di loro. Scartati più che “scarti” visto quanto realizzato in carriera da P&P. E chissà ora che i due “ex” amici possano prendersi una piccola rivincita facendo uno scherzetto e diventando arbitri del destino del diavolo.

Petagna, la corsa sotto la sede dell’Inter e le lacrime all’acquisto di Matri

Il pericolo numero uno per la sua ex sarà proprio Andrea Petagna, reduce da una stagione da vero protagonista con la sua SPAL: 35 presenze e 16 gol. Uno dei quali proprio all’andata a San Siro contro i rossoneri, anche se in quell’occasione fu la squadra di Gattuso a trionfare per 2-1. A Ferrara il classe 1995 ha messo in mostra tutte le proprie qualità e quella vena realizzativa su cui fino alla scorsa stagione qualcuno aveva palesato più di un dubbio.

Lui, arrivato al Milan a 13 anni nel 2009, trasferitosi da Trieste, con le giovanili del diavolo si è tolto non poche soddisfazioni: un campionato Giovanissimi, un campionato Allievi e il Torneo di Viareggio nel 2014 da assoluto protagonista. Tutta la trafila nelle giovanili a braccetto con l’amico fraterno Cristante: in loro i vertici rossoneri avevano riposto grandi speranze. Anche se qualche frizione ci fu, eccome. Un giorno, in terza superiore, nevicava e Andrea non volevo andare a scuola. Litigò con il tutor del convitto del Milan e non solo. Allora prese e andò in quella che pensava essere la sede dell’Inter. “Dov’è il settore giovanile? Voglio giocare per voi”. Si trattava invece della portineria della Saras, la sede della società di Moratti. Giuseppe Riso, suo agente, corse a riprendere il ragazzo per evitare ulteriori ragazzate. Tutto si sistemò con Petagna che poco tempo dopo iniziò ad allenarsi con la prima squadra.

Allegri, ai tempi sulla panchina del Milan, lo vedeva bene. Il ragazzo inoltre era compagno di classe al liceo psicopedagogico di Valentina, della figlia dell’allenatore. Allegri nel rimproverarlo per i voti non proprio eccellenti, scherzava spesso con Andrea: ‘Corri, sennò domani vai a scuola e non ti alleni con noi’. Il 4 dicembre 2012 poi lo fece esordire ufficialmente addirittura in Champions League contro lo Zenit nella fase a gironi, mentre il 24 agosto 2013 in Serie A nella sconfitta contro il Verona. Nel mezzo il giovane Petagna si era messo in mostra nel pre campionato andando in gol contro il Manchester City e nel trofeo Tim. Gattuso, che aveva salutato il Milan proprio nel 2012, già non c’era più. Sembrava tutto perfetto per potersi ritagliare grande spazio insieme agli altri due attaccanti di allora, Pazzini e Balotelli, invece poi la doccia fredda per il ragazzo di Trieste.

“Nell’estate del 2013 Galliani mi definì incedibilissimo. Con Pazzini infortunato ero l’altro attaccante a disposizione assieme a Balotelli. L’ultimo giorno di mercato però il Milan comprò Matri e quando lo venni a sapere mi chiusi nel bagno del ristorante e piansi. Da quel momento in poi le sue certezze andarono in fumo. Dopo le esperienze in prestito a Latina e Vicenza Petagna pensò addirittura di mollare tutto. Basta calcio, troppe delusioni. “Poi per fortuna arrivò l’Ascoli e la mia carriera cambiò di nuovo direzione”. La rinascita. Al Del Duca il sorriso ritrovato per Andrea. L’Atalanta decise di acquistarlo definitivamente dal Milan nel gennaio 2016 lasciandolo però in prestito all’Ascoli fino al termine della stagione. Tre anni dopo il ragazzone di Trieste è diventato – finalmente - uno degli attaccanti più prolifici della Serie A.

 

  

 

Paloschi e il gol dopo 18 secondi

Parlando di Alberto Paloschi e il suo rapporto col Milan invece è impossibile non partire dall’esordio. Era il 10 febbraio 2008 quando decise Milan-Siena, appena entrato, con un destro al volo su lancio di Clarence Seedorf. Al primo pallone toccato, gli bastarono 18 secondi. Un gesto indimenticabile per i tifosi rossoneri, che ancora oggi quando lo incontrano per strada gli parlano di quel giorno. E pensare che all’inizio di quella settimana si trovava al Viareggio. Era davanti alla tv con Davide Ancelotti, il figlio di Carlo, suo compagno di squadra. Nel frattempo il Milan stava affrontando la Fiorentina e Gilardino, diffidato, fu ammonito. Poco dopo Pato si infortunò alla caviglia. Davide gli disse di tenersi pronto perché sentiva che suo padre l’avrebbe chiamato. E così fu.

Braida gli telefonò e mandò un taxi a prenderlo per portarlo a Milanello prima possibile. Per lui condividere lo spogliatoio con quei campioni era qualcosa di incredibile. Uno di quelli era proprio Gennaro Gattuso, suo avversario domenica. Il 16 gennaio 2008 i due sedevano uno accanto all’altro a Catania e subentrarono nel secondo tempo insieme nel tentativo di raddrizzare un ottavo di Coppa Italia: Rino fu espulso, Paloschi fece gol. Del ragazzo nato a Chiari nell’89 già si parlava un gran bene: con le giovanili rossonere aveva segnato valanghe di gol. Figuriamoci dopo la rete all’esordio. “Sembra un predestinato”, le parole di Ancelotti. “Con Paloschi e Pato, il Pa-Pa, abbiamo una linea evergreen”, disse invece Galliani. La realtà dice che negli anni successivi le cose andarono un po’ diversamente rispetto alle previsioni di Galliani ma Paloschi al Milan ha collezionato un discreto bottino: in totale 9 presenze e 4 reti ufficiali, senza contare il campionato Allievi vinto nella stagione 2006/07.

Arrivato a Milanello nel 2002 giovanissimo, doveva essere l’erede designato di Pippo Inzaghi, suo idolo, tra l’altro. Ora rivede in lui Patrick Cutrone: “Mi piace molto, ha la mia stessa fame”. Dopo i prestiti a Parma e Genoa, che divennero comproprietari col Milan del suo cartellino, nel 2014 l’addio definitivo ai rossoneri quando il Chievo si aggiudicò l’intero cartellino. “Il Milan mi manca e rimarrà sempre dentro di me perché mi ha creato come uomo”. Nonostante non abbia rispettato in toto le attese createsi dopo il suo esordio, il ragazzo di Chiari ha vissuto finora una buona carriera in Serie A dove ha sempre trovato con continuità il gol. Un po’ meno in questa stagione, dove in 23 presenze è andato a segno solo due volte. I tifosi del Milan, nonostante il legame che ancora oggi li lega a Paloschi, sperano che la terza marcatura non arrivi di certo domenica quando P&P, i due “ex” amici cresciuti nel Milan, avranno discreta voce in capitolo riguardo la possibilità dei rossoneri di accedere o meno alla prossima Champions.

Alberto Trovamala

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