Pecorini, terzino bomber della Pro Sesto: "La palla capita sempre a me..."

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Il cellulare squilla, la prima volta a vuoto: “Scusami, colpa di una simulazione all’università”, si giustifica Simone Pecorini, che si è iscritto da poco a Scienze Motorie: “Volevo impiegare il mio tempo libero in maniera costruttiva, invece lo passavo come tutti. O alla Play o su Netflix, Ora spero di tenere la mente allenata”, sorride. Nella vita fa il calciatore. Gioca con la Pro Sesto, vera sorpresa del girone A di Serie C. Terzino destro, anche se non si direbbe. Ha 27 anni e in carriera aveva segnato solo due gol: “Quelli con la Primavera non si contano!”. Dopo nove giornate è già a quota 3. Olbia, Pistoiese e, per ultima, Pro Patria. Quest’ultima punita al 93’: “E’ stato un momento di gioia pura – ci spiega – mancava un minuto alla fine di una partita che ci aveva visto soffrire molto. Quattro vittorie di fila… non capita spesso”. Già, anche perché la Pro Sesto nel 2010 falliva, ripartendo dall’Eccellenza. L’anno scorso la promozione in Serie C, ora il terzo posto in classifica con una gara da recuperare. Quando segna Simone, poi, la scena è sempre la stessa. Mischia in area, rimpalli e zampata vincente:Trattandosi di calci piazzati, vado in area. Vuoi o non vuoi, la palla mi capita sempre addosso. Sono fortunato…”.

Il momento più buio

“Quest’anno dobbiamo andare a mille all’ora”, gli dice mister Parravicini al telefono nel loro primo colloquio. Simone già lo conosceva perché da fine 2018 a inizio 2019 si era allenato tre mesi con la Pro Sesto. Motivo? Era rimasto senza squadra, colpa del fallimento dell’Avellino: “E’ stato il momento più buio della mia carriera, purtroppo sono situazioni che nel calcio moderno capitano a tanti. Bisogna avere la forza di non mollare e di pensare positivo”. Da lì l’esperienza negativa al Cuneo (solo 570’ giocati) e l’ultima stagione al Monopoli: “Ora sono qui perché sapevo che avremo fatto bene. Ma non guardiamo troppo la classifica”. L’ultima volta che aveva segnato due gol a inizio stagione fu nel 2011, quando si trovava in prestito al Sassuolo Primavera. Il 27 marzo l’esordio in Serie B contro il Siena di Conte e Caputo: “Ricordo l’emozione. E anche i quattro schiaffi presi! Calaiò ci segnò dopo 30 secondi”. Simone aveva 18 anni e giocava ancora a centrocampo. L’anno dopo torna all’Inter e trova Stramaccioni, che lo sposta terzino al posto del partente Faraoni.

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Con l'Inter sul tetto d'Europa

Juventino doc, innamorato di Marchisio: “Il centrocampista più forte di sempre!”, scherza. Simone è arrivato all’Inter nel 2002, l’anno del 5 maggio e delle lacrime di Ronaldo: “Quanti sfottò con i miei compagni di squadra”. Lo nota Giuliano Rusca, stratega del settore giovanile. Prima giocava nella Baranzatese, piccola squadra della sua città. Campi d'erba spelata, nebbia, docce fredde e fango. Poi, all’improvviso, San Siro: “Facevo il raccattapalle, ma ero molto pigro. Capitavo sempre nelle gare di Coppa Italia, quelle che si giocavano davanti a massimo ottomila persone”. Con l’Inter nel 2012 è salito sul tetto d’Europa vincendo la NextGenSeries, la Champions dei giovani: “Nella prima partita del girone ne prendemmo 7 dal Tottenham. Giocammo il 31 agosto, c’era troppa differenza di preparazione. Loro andavano il triplo”. Al ritorno, infatti, la musica è diversa: “Segno e finisce 1-1, ma potevamo farne 4 o 5”.

La squalifica shock

In finale la vittoria sull’Ajax davanti agli occhi di Moratti, presente in tribuna. Simone, però, avrà poco da festeggiare. Di Gennaro para il rigore decisivo a De Bondt, ma l’arbitro Lee Collins lo fa ribattere e l’olandese segna: “Dopo il gol finale di Crisetig, nell’esultare mi tolgo lo sfizio di andare a protestare  – racconta Simone - poi il tutto è stato convertito in un’ aggressione vera e propria”. Il Giudice Sportivo Tosel lo accusa di aver afferrato il volto del direttore di gara con entrambe le mani e di averlo spinto con veemenza all'indietro. Risultato? 9 mesi di squalifica: “Spuntò anche un video con cui abbiamo provato a dimostrare la mia innocenza a Roma, davanti ai giudici. Ma non fu preso in considerazione. Ho pianto tanto, ho pensato che non avrei più giocato. Ringrazio chi mi è stato vicino, in primis Ausilio che allora era il direttore del settore giovanile”.

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Sarri e il match contro Pogba

La squalifica verrà ridotta di tre mesi, fino al 30 settembre. Simone nel frattempo ha fatto le valigie, destinazione Empoli. Qui incontra Sarri:Umanamente è stato importante. Ero alla prima esperienza fra i professionisti e avevo degli altri e bassi a causa della squalifica. Mi ha dato tanto, anche se a quell’età si ha voglia di fare solo partitelle e tiri in porta. Lui invece era un maniaco della tattica”. In quella squadra c’era anche Spinazzola: “Eravamo diventati grandi amici, passavamo molto tempo insieme”. Compagni pure in Nazionale, in U19 nel 2011affrontano la Francia dei fenomeni: “Pogba era impressionante. Che effetto vederlo in tv… pensavo: ‘Cavolo, questo l’anno prima lo marcavo sui corner’. Adesso Simone è felicemente fidanzato da due anni con Giulia, oltre al calcio ama il padel. Rimpianti? Macchè: “Quello che è stato, è stato. Sono molto fiducioso per quello che mi riserverà il futuro. E poi diciamocelo… sono ancora giovane!”.Cadere e rialzarsi, guardare sempre avanti e mai indietro. Un po' come la sua Pro Sesto.

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