Bari, Simeri da eroe a icona della sconfitta: come si riparte

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Il giorno dopo la sconfitta è quello che fa più male: fa rima con rimpianti, analisi e autocritica. Il Bari ha rinviato l'obiettivo della doppia scalata dalla D alla B in 24 mesi. Lo ha fatto perdendo per la prima volta negli ultimi 10 mesi, come non accadeva dal 22 settembre 2019 a Francavilla contro la Virtus: quel giorno la panchina biancorossa salutò Giovanni Cornacchini e accolse nell'arco di 24 ore Vincenzo Vivarini, capace con idee, lavoro e tanto metodo di rimettere in carreggiata una stagione vissuta con il freno a mano tirato.

Risultati? 14 vittorie e 11 pareggi, 53 punti in 25 partite fino al lockdown, secondo posto dietro la Reggina e pass per i playoff partendo dal secondo turno della fase nazionale: dopo una sosta forzata di quattro mesi il Bari era ripartito con il pari con la Ternana e il 2-1 nei supplementari contro la Carrarese. Vittoria targata Simone Simeri, nell'urlo di gioia blindato del San Nicola. Quel cammino secco di 27 gare senza sconfitta, striscia da record tra i pro a Bari, si è fermata nella notte del Mapei Stadium. Dove Simeri è diventato, suo malgrado, icona del ko.

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Nel bene e nel male, c'è sempre Simeri in copertina

Già, perché il numero 9, uno degli uomini più attesi della sfida alla Reggiana, è uscito immediatamente dalle porte del match. Lo ha fatto fermandosi dopo un contrasto, per un ko alla caviglia sinistra. Il suo "mi sono rotto" risuonava nel silenzio del Mapei Stadium, mentre dall'altra parte Vivarini in panchina chiamava Costantino all'ingresso in campo. Al settimo minuto, momento della sostituzione, la Reggiana aveva già colpito due pali e fatto tremare il Bari. Che privo di Simeri ha perso parte del suo spirito guerriero, da gladiatore, che la piazza ha amato sin dal primo giorno dall'arrivo del centravanti campano in Puglia nell'estate 2018.

Così Simone, sempre decisivo quando contava, si è preso la copertina della notte più amara degli ultimi due anni. C'era lui tra i marcatori della prima sfida in D a Messina, vinta 3-0. C'era lui sul dischetto il 18 aprile 2019 a Troina, per segnare il gol della promozione in C. C'era lui a centro area al 119' contro la Carrarese, a spingere in rete l'invito di Costa. C'è il suo volto a raccontare la delusione del Bari sconfitto a Reggio Emilia. Bastano due fotogrammi: le mani sul capo mentre abbandona il campo in barella in lacrime e il volto segnato dal pianto e dal dolore mentre assiste alla partita dalla panchina con la caviglia fasciata e il cuore a pezzi.  

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Da chi si riparte

"Se vogliono che vada via da Bari devono cacciarmi" aveva spiegato Simeri alla vigilia dei playoff. Il rinnovo e l'adeguamento del contratto del centravanti, in scadenza nel 2021, restano una delle priorità sull'agenda del Bari. "La prossima stagione è già partita" ha assicurato il presidente Luigi De Laurentiis in una lettera aperta destinata ai tifosi. Non è retorica, ma rispetto di un calendario che vedrà l'annata 2020/21 partire tra due mesi. Distanza temporale entro la quale il club biancorosso dovrà ragionare su conferme e cambiamenti. In panchina Vivarini ha ancora un anno di contratto: i numeri raccontano di una sconfitta su 28 gare, ma anche di 13 pareggi ai tempi regolamentari e qualche occasione persa in trasferta.

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L'allenatore abruzzese è stato confermato a voce dal numero 1 del club e potrebbe guadagnarsi la chance di ripartire con una squadra guidata sin dall'estate. Altri punti di ripartenza potrebbero essere la fame di giocatori esperti come Di Cesare e Antenucci, tra i migliori nei playoff rispettivamente a 37 e 36 anni, oltre a Bianco e Hamlili, i cui contratti sono stati rinnovati fino al 2022 poco prima del lockdown, mentre in scadenza di contratto ci sono solo tre prestiti: Pinto, Costantino e Laribi. Soprattutto per quest'ultimo, si studia il possibile riscatto dal Verona. Tra i 19 legami pluriennali, diversi saranno i nomi oggetto di valutazione: da Berra a Terrani, fino a D'Ursi e Folorunsho, si valuteranno i profili che hanno giocato e reso meno delle attese. "Il futuro è già qui". A Bari non è una frase fatta ma una realtà con cui fare i conti.

Credit foto Domenico Bari​

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