Simeone: “Nell’Argentina regna l’anarchia. Messi? E’ forte, ma…”

Un messaggio audio inviato al suo vice Burgos e arrivato in possesso di Onda Cero che lo ha reso pubblico durante la trasmissione "El Transistor": sono parole importanti quelle utilizzate – secondo la radio spagnola – da Diego Simeone in merito al momento delicatissimo vissuto dall’Argentina, sconfitta dalla Croazia e a rischio eliminazione dal Mondiale già nel girone eliminatorio.

Quello che succedendo all'Argentina è il risultato di ciò che è successo negli ultimi quattro anni a questa Nazionale. Anarchia, mancanza di leadership tanto da parte della dirigenza quanto da parte di chi guida la squadra. La squadra è smarrita: avrebbe dovuto giocare contro l’Islanda, che è più debole, con quelli che sono scesi in campo contro la Croazia. E al contrario doveva giocare contro la Croazia come ha giocato contro l’Islanda. La squadra sta male, sta male. Però è l’Argentina e credo, e spero di non sbagliarmi, che alla fine passerà il turno", le parole che secondo Onda Cero avrebbe pronunciato Simeone.




Alla fine l’Argentina si qualificherà perché la Nigeria batterà l’Islanda e l’Argentina battendo la Nigeria avrà la possibilità di qualificarsi, sempre che l’Islanda non vinca contro la Croazia. È vero che ora dipendi dall’Islanda, che non vinca nessuna delle due partite che le restano. Però è chiaro che oggi nello spogliatoio si staranno prendendo a calci, qualcuno in questo istante starà sicuramente litigando. Tutti diciamo che i calciatori sono la parte più importante del gioco, quando sbagliamo noi allenatori è peggio di quando sbagliano i calciatori”, le parole attribuite a Simeone.

L’allenatore dell’Atletico Madrid avrebbe poi parlato così di Leo Messi: “E’ molto forte, ma è molto forte perché gioca insieme a compagni fortissimi. Se tu avessi una squadra normale chi sceglieresti, Messi o Ronaldo?”. Pensiero finale su Caballero: “Il portiere, dimmi la verità, l'aveva già fatto, vero German? L'aveva già fatto contro la Spagna, contro l'Italia, e io ti dissi: ‘Peccato non abbiano segnato perché così se ne rendevano conto, che se sbagli così al Mondiale poi prendi gol’”.

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