Alle origini di Filippo Missori, dalla Romulea all’esordio in Europa con Mourinho
Notti magiche e sogni che si avverano. Giovedì sera quello di Filippo Missori si è avverato nel modo più bello possibile: esordio all’Olimpico con la maglia che ha sempre indossato fin da bambino. Sguardo furbo e da sempre iperattivo, così lo raccontano i suoi primi allenatori - nella foto è il secondo in alto a sinistra - e non è cambiato nel tempo.. Nonostante siano passati gli anni e le spalle siano un po’ più larghe di quando da bambino giocava alla Romulea.
Il passato del giovane Filippo
“È sempre stato un predestinato - ci racconta Alessio Fontana, primo allenatore di Filippo - aveva delle doti atletiche fuori dal comune. Grande fisicità e una facilità di corsa impressionante per un bambino della sua età. Aveva solo 9 anni. Ha sempre avuto una grande voglia di giocare, arrivava al campo accompagnato dalla mamma Silvia ed era sempre il primo a volersi allenare. Lo trovavo da solo in campo a correre”.
Quella voglia di correre Missori non l’ha mai persa. Oggi ha 17 anni, fa il terzino a tutta fascia. Sia in avanti che indietro, all’occorrenza può giocare anche come interno di centrocampo. Li ha esordito e se ne parla un gran bene. Mourinho gli ha regalato l’esordio e il pallone della partita: “tienitelo, giocaci con gli amici”. Emozioni. Di quelle che ti restano impresse tutta la vita. Del resto la prima volta non si scorda mai.
Il suo arrivo alla Roma
Filippo è stato il primo 2004 a esordire con la maglia giallorossa. Per lui, romano e romanista, è un momento speciale. È arrivato a Trigoria quando aveva 9 anni e da lì non ha più cambiato maglia.
“La Roma lo seguiva da un po’ - ricorda Nicola Vilella, presidente della Romulea - alla fine dell’anno Bruno Conti mi chiamò e mi disse che lo avrebbero voluto portare da loro. Era molto piccolo, ma già si intravedevano delle doti importanti. Gli scout della Roma rimasero impressionati da un tunnel che fece a un bambino e dalla naturalezza con cui andò via”.
Giocate fuori dalla norma, vista l’età. Corsa e lucidità nel gestire le situazioni, fin da piccolissimi: “Filippo è sempre rimasto come era a 9 anni, soprattutto dal punto di vista umano. Umile, molto attivo ma allo stesso tempo sempre con gli occhi da furbo”.
Missori è l’ultimo “kid” lanciato da Mou, dopo Afena Gyan. Lui 2003, Filippo addirittura 2004. Golden boy. Il portoghese lo aveva portato in panchina un mese fa all’Olimpico contro il Napoli. Contro lo Zorya in Conference gli ha concesso 10 minuti e gli ha regalato un sogno. Quello di una vita, che si è realizzato in una notte magica nello stadio del suo cuore.
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