Ammari, nuovo re in Romania: “Devo tanto all'Italia”

Fermarsi per ripartire più forte di prima. Pensando sempre all’Italia. O meglio, di tornarci. È questo l’obiettivo di Najib Ammari, trequartista algerino classe ’92, che nella nostra Serie B ha militato fino alla scorsa stagione. Dopo esser stato lanciato nel grande calcio da un certo Didier Deschamps nel 2012 con l’Olympique Marsiglia, Ammari infatti ha trascorso gli anni migliori della propria carriera - finora - con le maglie di Latina, Entella - dove ha conosciuto il primo Zaniolo: “Si vedevano già le sue qualità nonostante fosse giovanissimo” - e Spezia“Dopo lo scorso campionato, sarei dovuto rimanere allo Spezia anche in questa stagione. C’era l’accordo ma poi in società sono cambiate diverse cose tra cui il direttore Andrissi e l’allenatore Gallo, insieme a numerosi giocatori. Alla fine del nostro vecchio accordo non se ne è fatto niente. Peccato, non ho avuto la fiducia che meritavo”. 

Diverse richieste in estate dall’estero e da squadre di Serie B ma nessun progetto convincente fino in fondo. Ammari ha preferito prendersi del tempo. Da svincolato. “Sono tornato a casa a Marsiglia e, grazie anche al supporto della mia famiglia, mi sono dedicato a me stesso allenandomi da solo come meglio non avrei potuto”, racconta il giocatore stesso in esclusiva per GianlucaDiMarzio.com“Non ho mai avuto alcun dubbio riguardo le mie potenzialità e le mie qualità. Ci sono tanti giocatori che quando sono svincolati, lontani dal campo, si abbattano ma non è assolutamente il mio caso. Anzi”.

A gennaio poi la voglia di tornare a vestire gli scarpini. La chiamata giusta. Călărași, Serie A rumena. La squadra è il Dunărea Călărași. “Ho scelto di venire qui perché avevo la garanzia di giocare sempre e di poter aiutare la squadra a salvarsi: era quello che cercavo. Hanno palesato la volontà di volermi più di chiunque altro e ho accettato subito. Sto mettendo in luce tutto quanto ho appreso in Italia da grandi allenatori e dai grandi giocatori con cui ho avuto il piacere di giocare”. Per esempio “un campione del mondo come Gilardino”. Super riconoscente verso il belpaese, il classe '92: "All'Italia devo tanto".

In terra rumena Ammari non si è ambientato alla grande. Di più. Già 3 gol e 2 assist, l’ultimo nel big match contro la Dinamo Bucarest. Ciascuna delle tre reti messe a segno è valsa tre punti. “Qui mi sento molto importante e riesco a giocare il mio miglior calcio”. Ammari nuovo re di Călărași e la squadra che si affida a lui per sognare la salvezza. “Il calcio rumeno non può essere paragonato a quello italiano ma è comunque un buon calcio in cui la preparazione fisica fa la differenza. Con la lingua non ho avuto grossi problemi: la capisco abbastanza bene visto che per certi versi è simile all’italiano ma ancora non la so parlare”. Per il resto “abito a Călărași e qui non c’è molto a cui pensare al di fuori del calcio perché si tratta di un paesino di 12mila abitanti ed è a 100 km da Bucarest. La mia giornata tipo è: casa-allenamento-riposo. Mi alleno molto e nel tempo libero cerco di riguardare e analizzare le nostre partite. Inoltre abito in hotel quindi, non avendo da cucinare o altri mestieri da fare, il tempo scorre ancor più lentamente. Cerco di ingannarlo giocando alla Play e guardando partite in tv”.

Zero grilli per la testa anche perché l’obiettivo di questa avventura è “esclusivamente dare il meglio di me stesso: mancano 6 partite e dobbiamo salvarci. La gente se lo merita. Mi fa davvero piacere leggere nei loro occhi la felicità quando riesco a fare un gol o un assist e mi fermano per strada facendomi sentire il loro affetto”. Apprezzamenti arrivati non solo dal popolo rumeno ma anche dalle big di Romania, con i top club rumeni che stanno tenendo d’occhio le prestazioni dell’algerino. In passato l'aveva cercato anche il PAOK, fresco campione di Grecia. Lui però ha sempre in mente l’Italia: “Mi piacerebbe tornare a giocare un giorno nel campionato italiano, in un paese che amo e che mi ha dato tanto per più di quattro anni. Quanto mi manca… e quanto mi manca il cibo italiano!”, conclude col sorriso. Il sorriso di chi, dopo essersi fermato, è ripartito alla grande. E nel proprio futuro vorrebbe rivedere il tricolore italiano.

 

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