Materazzi e Capello: "Roma, Mou attirerà giocatori vincenti"

L’arrivo di Josè Mourinho ha lasciato tutti a bocca aperta. Dopo l’esonero al Tottenham si era detto pronto a non rifiutare una panchina italiana se ci fosse stata l’occasione, ma in pochi avevano dato conto alle sue parole. Ieri, invece, è arrivata l’ufficialità: il portoghese sarà l’allenatore della Roma per la prossima stagione. Molti interisti sono rimasti sorpresi (anche in positivo) del suo ritorno in Italia, e tra loro c’è Marco Materazzi, suo ex giocatore ai tempi del Triplete: “Se avesse scelto Juve o Milan sarebbe stato peggio: così credo che i tifosi dell’Inter lo capiranno”, ha spiegato l'ex numero 23 ai microfoni de La Gazzetta dello Sport.

"Mourinho a Roma per vincere"

Proprio i giallorossi erano stati i rivali più importanti nei suoi due anni a Milanocontro i quali aveva vinto una Supercoppa, una Coppa Italia e lo Scudetto all’ultimo respiro nel 2010. Ora, al contrario, alla Roma dovrà portare un trofeo: “Mourinho che viene a Roma per non vincere non ce lo vedo: sarebbe rimasto a Londra”. 

Empatia, carisma ed esperienza per i giallorossi

Secondo l’ex difensore lo Special One è stato scelta dai Friedkin perché “Sa creare empatia, ha un entusiasmo contagioso e un carisma che servirà ancora per attirare quei 4-5 giocatori che la Roma deve comprare: veri, formati e pronti per vincere”. 

L’arrivo di Mourinho significa empatia ma, secondo Fabio Capellosoprattutto esperienza: “Sul piano tecnico la mia mission e quella di Mourinho possono avere alcuni punti in comune: esperienza, determinazione e idee chiare. Mourinho mette a disposizione il suo eccellente background e avrà il rispetto dei giocatori”. 

Roma non aspetta

Prima il rispetto dei giocatori e poi quello della piazza: “Roma brucia tutto. È la città più bella al mondo, ma anche quella in cui nel calcio è estremamente difficile lavorare. Sarà fondamentale la società: l’allenatore va sostenuto e bisogna impedire che dietro le quinte qualcuno approfitti delle difficoltà per alimentare il dissenso”. 

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