Lipsia, Schick(sal) e gol. Bentornato Patrick

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Gol nel destino. In tedesco: schicksal. Assonanza particolare con il suo cognome. Patrick Schick ha sorriso al fato in Germania. Lo stesso che l'ha costretto lontano dal campo nelle prime dodici giornate. Colpa di un problema alla caviglia. E dei soliti infortuni. L'attaccante ceco ne ha sofferto anche a Roma. Alibi perfetto per i dubbi e le incertezze in giallorosso. Il quarto acquisto più costoso nella storia del club. Appena 8 reti in 58 partite. Un flop per tutti. Destino beffardo.

Lipsia, i gol pesanti di Schick e il primato di campioni d'inverno

Poi qualcosa è cambiato. A Schick servivano nuovi stimoli, come ribadito spesso in alcune interviste. Sentiva il peso della pressione. Se n'è liberato in Germania. Tornando a sorridere. Sei centri in undici partite, trascinando i suoi fino al primato di campioni d'inverno. La sosta non ha fermato la sua voglia di gol. Nuovo inizio. Dopo i 9 minuti giocati nella prima partita con il Friburgo, contro Herta Berlino e Colonia ha ritrovato continuità e reti. Sono nove quelle stagionali in Bundesliga. Meglio dei due anni alla Roma. 

Centralità ritrovata. In coppia con Werner l'attaccante ceco sembra tornato indietro di qualche anno. Come quando alla Sampdoria dava spettacolo insieme a Quagliarella. Tredici gol in trentacinque presenze con la maglia blucerchiata. Numeri come premesse di un talento pronto a scoppiare. Che a Roma si è smarrito. Nagelsmann a Lipsia ha saputo ridargli fiducia. Rincorrendo la qualificazione in Champions. Stavolta il destino è della sua parte. Schick(sal) e gol. Bentornato, Patrick. 

 

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