Juve, ecco il Villarreal: come arriva il sottomarino alla Champions
Se guardiamo al morale, il Villarreal è pronto. Il 4-1 inflitto al Granada nel fine settimana nonostante rotazioni e assenze certifica che, martedì al Madrigal, la Juventus visiterà una squadra che avrà voglia di giocarsela. Anche perché non sarà una gara come la altre: gli spagnoli tornano agli ottavi di finale di Champions per la prima volta negli ultimi 13 anni, la terza nella storia del club. A suo modo, è un appuntamento con la storia e vorranno esserne all’altezza.
Mentalità vincente
Occhio, però, a pensare che ciò implichi inesperienza. Unai Emery ha portato il sottomarino giallo a fare un salto di qualità nella mentalità europea. Lo dimostra il fatto che proprio alla Champions si sia qualificato grazie alla vittoria della scorsa Europa League. E se non vogliamo andare troppo lontano, basti pensare che quest’anno le grandi partite sono state quelle in cui il Villarreal ha saputo mettere in campo la sua miglior versione: Chelsea, United, Real Madrid, Atalanta — a volte è mancato il risultato, ma mai non la prestazione. Da questo punto di vista, e l'aveva detto anche Marcos Senna ai nostri microfoni, “con Emery il Villarreal ci ha azzeccato in pieno”. Il sottomarino, con lui, ha imparato a dare del tu ad ogni avversaria.
Come gioca il Villarreal
Declinato il corteggiamento del Newcastle saudita, al suo secondo anno, oltre alla mentalità vincente l’allenatore basco ha dato al club un’identità più solida e riconoscibile. 4-4-2 in partenza, in possesso le posizioni ruotano per assomigliare più ad un 4-3-3, sfruttando l’intelligenza tattica dei suoi interpreti.
Il Villarreal riconosce quando è il caso di abbassarsi e lasciare l’iniziativa agli avversari, ma in linea generale, e guidato da interpreti di qualità, Emery preferisce avere il pallone per sé. Non a caso, il sottomarino è la quarta squadra in Liga per possesso palla. Che può avvenire nella metà campo avversaria, ma anche nella propria, per “stanare” il pressing e aprire spazi per le proprie frecce offensive. Non necessariamente una cattiva notizia per la Juve, che si trova a suo agio difendendo vicino la propria area.
Un “Rolex” in più, un leader in meno
A proposito di frecce offensive, per la Juventus c’è una buona e una cattiva notizia. La cattiva è che è tornato, dopo uno stop di due mesi, Arnaut Danjuma, grande rivelazione di questa Liga. Aiutato forse dall’amicizia con il pugile Anthony Joshua, ha ormai imparato a colpire a ripetizione gli avversari: sono già 12 i gol nella prima stagione al top europeo. Tre li ha segnati nell’ultima uscita con il Granada, con l’ultimo prima dell’infortunio aveva giustiziato l’Atalanta ai gironi. La Juve è avvisata: quando sente odore d’Italia, l'olandese timbra con puntualità svizzera. D’altronde, il DS Llaneza lo aveva predetto alla sua presentazione: “C’è chi compra orologi, noi abbiamo preso un Rolex”.
La buona notizia per i bianconeri, invece, è che mancherà Gerard Moreno, vero faro di questa squadra. Il gioco di Emery, infatti, ha strutturalmente bisogno di essere filtrato dalle sue capacità tecniche, che lo ravvivano e velocizzano. L’assenza di questa seconda punta, così raffinata e intelligente, fino ad ora ha sempre annacquato il gioco groguet, appesantendolo e rendendolo più prevedibile. Quando c’è stato, invece, il Villarreal ha costruito la striscia di vittorie consecutive più lunga in stagione (6). La sua mancanza può avere un peso decisivo nell’eliminatoria.
A sostituirlo, come è accaduto nelle ultime partite, ci sarà il nuovo arrivato Gio Lo Celso. Nuovo come lo è il ruolo di seconda punta per lui, che però ha dimostrato di avere la tecnica per fare da raccordo anche più avanti. Il rosarino, fra l’altro, è arrivato a completare un trio con altri due argentini che stanno facendo la differenza in questa stagione: Juan Foyth e Geronimo Rulli. Qualcuno li ha addirittura accostati al triangolo rioplatense Riquelme-Arruabarrena-Gonzalo Rodríguez, che nel 2006 portarono il Villarreal ad un rigore dalla finale di Champions. Chissà che non gli porti bene anche questa volta…
Pregi e difetti
E se da un lato l’assenza di Moreno potrebbe far ingolfare il possesso, il rischio più indietro è che il sottomarino giallo rischia di imbarchi acqua in fase difensiva, specialmente dal lato di Pau Torres. Reduce da due anni ad altissimi livelli (che gli sono valsi l’attenzione dei migliori club d’Europa), dopo la combo Europeo-Olimpiadi il suo rendimento in questa stagione è sceso in modo considerevole.
Il 4-1 di sabato scorso è solo l’ultimo esempio. Il risultato, bugiardo, non racconta tutte le occasioni avute dal Granada, che avrebbe meritato di più e, come ha riconosciuto lo stesso Emery nel post, ha goduto di troppa libertà negli spazi che si aprivano fra i centrali di difesa. Martedì tornerà l’ex Napoli Albiol, leader del reparto difensivo, ma dietro il Villarreal potrebbe comunque ballare, specialmente se preso in campo aperto. Un’altra situazione in cui i bianconeri giocano con comodità.
Tutto sommato, la Juventus avrebbe tutte le carte in regola per superare la sesta squadra della Liga. Sottovalutarla, però, sarebbe la maniera più facile di avere brutte sorprese. Come detto, il Villarreal si trasforma quando si accendono i riflettori delle notti più pregiate e può essere un osso durissimo per chiunque. Per informazioni, chiedere a Gasperini, o più semplicemente rifarsi alle ultimissime uscite, in cui ha fermato il Real Madrid e ha sconfitto un Betis ispiratissimo in campionato. Dopo le quali è anche tornato il Rolex Danjuma: giusto in tempo per punire un’altra italiana?