L'ultimo anno di Mou
L’ADDIO - Un fulmine a ciel sereno, o quasi, dato che l’esonero di José Mourinho dalla panchina dei Red Devils arrivava in seguito alla qualificazione alla fase finale di Champions League, con annessa buonuscita a peso d’oro di oltre 22 milioni di euro. Nessuna polemica, nessuna dichiarazione “alla Mou” da prima pagina dei giornali. “Non ho nulla da dire. Ora posso camminare in pace?”, aveva detto ai giornalisti di Sky Sport inglesi che lo avevano fermato per strada. Poi, quell'apparente indifferenza scompare: “Sono grato di aver allenato il Manchester. Lo sono dal primo giorno che sono arrivato qui e i tifosi lo sanno. Ho lavorato con persone splendide che saranno mie amiche per il resto della vita. Ma è finita, il Manchester ha un futuro senza di me come io ce l’ho senza il Manchester”.
I RETROSCENA – Il 21 dicembre 2018, a tre giorni dall’esonero, tra le pagine del Mirror, fiumi di parole svelavano i motivi della decisione: “L’allontanamento del portoghese è stato necessario per evitare una rivolta interna da parte dei giocatori”. Secondo quanto riportato dal giornale inglese infatti, alcuni calciatori dello United avevano minacciato Ed Woodward, vicepresidente esecutivo del club, di lasciare il Manchester a gennaio se Mourinho non fosse stato allontanato. “I giocatori lo hanno pugnalato alle spalle”, aveva detto Roy Keane alla BBC, difendendo l’ormai l’ex allenatore di cui non si era però mai dichiarato un fan.
NESSUN RITORNO AL PASSATO – L’esonero di Mourinho non lo aveva certo messo in cattiva luce. Anzi, era iniziata la gara tra i club per accaparrarsi lo Special One e la guerra più spietata era combattuta dai suoi ex club. Il Benfica, dopo aver allontanato dalla panchina Rui Vitoria, sembrava voler tornare a puntare su Mourinho, che prontamente aveva messo un freno ai desideri dei tifosi: “Non ho intenzione di tornare in Portogallo. Non sono stato contattato dal club e non voglio alimentare false notizie”. Voci di corridoio, lo accostavano poi a Real Madrid e Inter, forse le parentesi migliori della sua carriera. Le panchine calde d’Europa fremevano, ma lui chiedeva solo tranquillità.
FAME DI SUCCESSI – Per uno che nella vita da allenatore ha praticamente vinto tutto, il “digiuno da trofei” porta a un logorante senso di insoddisfazione. Piazza ambiziosa e sintonia nell’ambiente: questo deve garantire chiunque vuole Mou sulla propria panchina e lo dichiara lui stesso al Telegraph: "È la prima volta in 18 mesi che non vinco nessun trofeo. Alcuni non li vincono neanche in 18 anni. Sono pronto per il futuro, ma non è ancora arrivato perché non lo volevo. Non andrei mai in un club senza ambizioni e voglio lavorare con persone che amo, che condividono le mie idee. Se non c’è empatia nella struttura del club emergono troppe contraddizioni ed è difficile lavorare”.
LE LACRIME – A fine dello scorso agosto José Mourinho non sedeva ancora su nessuna panchina. Tutte le grandi lo volevano ma il momento della svolta non arrivava mai. Il suo solito sguardo di ghiaccio si scioglie davanti alle telecamere della trasmissione spagnola “El Chiringuito”, davanti alle quali Mou non nasconde l’evidente emozione: “Dal primo momento in cui sono entrato nel calcio professionistico ho sentito come un clic e da allora non mi sono mai fermato. Ora che sono fermo non mi godo il momento, il calcio mi manca".
IL RITORNO – Tutto in una notte. “Il club annuncia che Mauricio Pochettino e il suo staff tecnico Jesus Oerez, Miguel D’Agostino e Antoni Jumenez sono stati sollevati dai loro doveri”, questo il comunicato ufficiale che è comparso sul sito degli Spurs la scorsa notte. Il Tottenham, è quattordicesimo in Premier League e a +8 dalla zona retrocessione. Su quella panchina c’è bisogno di un condottiero d’esperienza che abbia fame di vittoria e chi, se non Mou?. Poche ore e dal portoghese arriva la disponibilità. È fatta. Josè Mourinho è il nuovo allenatore del Tottenham. La società annuncia la firma sul contratto, in scadenza nel 2023. “Sono emozionato di poter allenare un club con una grande tradizione. La qualità della squadra e del settore giovanile mi elettrizza”. Non vedeva l’ora, lo aveva ammesso più volte. Ha saputo aspettare il momento. Ha saputo cogliere la giusta occasione. Londra è pronta, gli Spurs dovranno esserlo per tornare in vetta insieme a lui: José Mourinho è tornato.