Lukaku: "Il calcio è la mia droga. Inter, ora voglio vincere!"

Venti anni dopo l’ultima volta, c’è un altro interista sulla prima pagina di France Football. Nell’aprile del 2000 c’era il “Ritorno d’inferno” di Ronaldo il fenomeno, oggi c’è Romelu Lukaku. L’attaccante belga non si nasconde e nella lunga intervista alla testata francese dichiara di far parte dei primi cinque attaccanti al mondo.

Faccio parte dei primi 5 attaccanti al mondo. Non posso sbagliare nulla sotto l'aspetto tattico e neppure sui movimenti. Se Cristiano Ronaldo, Messi o Lewandowski hanno superato i loro limiti, perché non potrei riuscirci anch’io?”.

Il paragone con Ronaldo

Uomo spogliatoio e leader silenzioso, umile, che smonta i paragoni importanti con Ronaldo il Fenomeno. “Ha segnato più di 100 gol con la Nazionale, è un po' presto per fare paragoni. A Milano tutti mi parlavano dei 34 gol di Ronaldo alla prima stagione. Sono contento di averlo eguagliato, sì. Lui però vinse la Coppa UEFA, e io ho perso la finale. Adesso lavoro per vincere trofei".

Il feeling con Conte

Un feeling nato con Conte più di sei anni fa, nel 2014, quando l’attuale allenatore nerazzurro era ancora alla Juventus. “Il mister mi disse che se fossi diventato forte spalle alla porta nessuno mi avrebbe potuto fermare. Me ne parlò ai mondiali del 2014 prima che andasse via dalla Juve e me lo ribadì quando era al Chelsea”.

Una stima verso l’attaccante mai nascosta dall’allenatore leccese, che aveva provato ad acquistarlo già ai tempi di Londra, con un intermediario particolare. “Hazard fece da tramite, aveva dato il mio numero al DS dei Blues – racconta Lukaku. Quest’ultimo mi chiamò dicendomi che il nuovo allenatore del Chelsea voleva solo me, ma ancora non sapevo chi fosse il loro nuovo manager. Quando sono arrivato all’incontro ho visto Conte, me lo sarei dovuto aspettare, non poteva che essere lui”.

Un rapporto particolare anche con Lautaro Martinez, suo compagno d’attacco, che il numero 9 nerazzurro aveva iniziato a studiare prima di arrivare in Italia. “Prima di venire all'Inter avevo visto parecchie loro partite. Lautaro giocava da solo davanti e ho subito pensato che insieme avremmo potuto fare male. Quando sono arrivato abbiamo parlato un po' in spagnolo e da lì c’è stata la svolta! Siamo molto amici e non abbiamo mai avuto una discussione. A volte è il giorno mio, altre il giorno suo. Abbiamo trovato il giusto equilibrio. Ci troviamo bene insieme".

Ora però, dopo aver collaudato la coppia d’attacco, l’obiettivo è quello di vincere trofei. “Lo scudetto? Siamo l'Inter, dobbiamo lottare per vincere il campionato. Penso sia il minimo, ma vedremo a marzo" .

Mentalità vincente

Determinazione e tanta voglia di fare, tanto in partita quanto in allenamento. “Fisicamente sono forte, se faccio una buona preparazione atletica non ci sono problemi. Credo sia anche una questione di mentalità. La scorsa estate ho fatto solo 8 giorni di vacanza, ma non mi è mai saltato in testa di dire che non mi ero riposato abbastanza. Se avessi pensato questo  sarebbe stato più facile avere infortuni. Io piuttosto penso a prepararmi duramente per dimostrare a tutti quanto valgo. E lo stesso vale per le partite. Si deve essere contenti di giocare, anche tante volte in una settimana”.

Tanta voglia di fare bene, di vincere e di superare i propri limiti. “Credo che chi guarda attentamente le partite vede tutto. Osservo e aggiungo qualcosa al mio bagaglio d’esperienza, anno dopo anno. È un po' la mia droga", conclude l’attaccante dell’Inter.

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