Lukaku supremacy: l'Inter si aggrappa al suo gigante
Inter-Borussia M'Gladbach 2-2. Lukaku e Lukaku. Il silenzio irreale di San Siro è rotto dalle urla di Antonio Conte verso il suo gigante. "Vai", "Cerca Lauti" "Tienila", "Bravo". Lui prima segna il gol dell'1-0, poi al 90' ha il guizzo vincente per il 2-2 finale. Una doppietta che salva l'Inter da una partita che si era complicata dopo il doppio errore di Vidal, che prima concede il rigore del pareggio, poi si perde Hofmann nel 2-1 tedesco a 6' dalla fine. Con questa doppietta sono 11 gol in 9 partite consecutive in Europa per il classe 1993. Un ritmo impressionante. E non è che in Serie A stia facendo male: 4 gol in 4 partite in questa stagione.
Nella prima partita dell'Inter nel gruppo B di Champions, Big Rom lavora senza sosta per la squadra, la fa salire, la fa rifiatare. Ottiene la supremazia territoriale facendo spesso a sportellate con Matthias Ginter, difensore di 1 metro e 91, che non gli rende certo la vita facile. Cerca di dialogare con Eriksen e Sanchez, restituisce gli uno-due a Darmian (prende il posto di Hakimi, positivo al Covid, e corre a tutta fascia per 95') e D'Ambrosio lanciandoli in profondità. Attira su di sé la difesa del Gladbach. Prende posizione, apre spazi. Spesso non sfruttati a dovere dai suoi compagni.
I nerazzurri si aggrappano con forza al proprio numero 9. Palla a Lukaku, qualcosa salta fuori. La partita non è delle migliori del suo repertorio, come non lo è per tutta la squadra. Le assenze si fanno sentire. A fine partita Romelu non è soddisfatto e sprona i compagni di tutti i reparti a fare di più, nessuno escluso: "Dobbiamo fare meglio in difesa e abbiamo sbagliato tantissime occasioni. Il pareggio non è un buon risultato". Parole da leader. E in un momento complicato per i nerazzurri, dentro e fuori dal campo, una guida come quella del gigante buono è acqua nel deserto.