Viaggio nelle giovanili del Bayer 04: “In futuro ci riconosceranno senza guardare il nostro stemma"

Per capire la stagione da sogno del ragazzi di Xabi Alonso bisogna scavare a fondo, nel settore giovanile per essere più precisi. L’academy è il posto in cui nasce tutto: c’è tradizione, storia, principi da rispettare e una filosofia trasmessa fino alla prima squadra. “Abbiamo un’identità chiara, stiamo lavorando molto su questo aspetto: in futuro gli avversari ci riconosceranno senza dover guardare lo stemma che portiamo sul petto” ci racconta Jefta Bresser, direttore del settore giovanile. Il Bayer Leverkusen sta costruendo qualcosa di magico.

 

 

I segreti del settore giovanile del Bayer Leverkusen

 

La chiacchierata con Jefta parte da una domanda semplice. Quanto è importante il settore giovanile per un club come il Bayer? “Le giovanili sono sempre importanti, per ogni club” racconta ai microfoni di gianlucadimarzio.com. “Ognuno poi ha il proprio metodo. Noi ci concentriamo sulla crescita e lo sviluppo individuale dei ragazzi ma affiancando sempre i nostri principi di gioco”. Il focus è tutto sulla crescita individuale del ragazzo, ma sempre all’interno di binari tracciati dal club. 

 

“L’aspetto più importante in un giovane è la mentalità. Deve essere in grado di superare le delusioni e i periodi difficili. Ma questo non vuol dire che le altre caratteristiche non siano importanti per noi”. È questa la qualità più importante che deve avere un giocatore. La mentalità conta più di tutto, poi viene la tecnica e l’intelligenza tattica.

 

 

Per creare un’academy da sogno c’è bisogno di strutture moderne. E il Bayer, da questo punto di vista, è già nel futuro: “Abbiamo delle infrastrutture di alto livello. Ci sono campi bellissimi, palestre, piscine. E’ importante avere tutto ciò per la crescita dei giovani, ma non è fondamentale. Puoi far crescere tanti talenti anche con un solo campo e con strutture non eccellenti” . 

 

 

Da Wirtz ad Havertz e i progetti per il futuro

 

Jefta non ama parlare del passato, preferisce soffermarsi sui prossimi obiettivi del club. Il primo: portare più giocatori in prima squadra. “Dobbiamo lavorare su questo aspetto, ma il talento è un po’ come le onde del mare: a volte ne arriva una grande e a volte una piccola”. “E Wirtz?” starete pensando. “Florian è arrivato qui a 17 anni grazie a un grande lavoro di scouting. Era già grande, lui è di Colonia, lo abbiamo portato qui ed è diventato un top player. Per noi è un modello da seguire per i ragazzi delle giovanili. C’è bisogno di giocatori come lui, di esempi e di fonti di ispirazione”.

 

 

Un vero gioiello della fabbrica di Leverkusen, invece, è Kai Havertz: “È arrivato qui quando era molto piccolo. Lui è un vero prodotto del Bayer Leverkusen, aveva grande talento. Vedere giocatori come lui e Wirtz è motivo di orgoglio per noi”. 

 

 

Portare più ragazzi in prima squadra ma non solo, c’è anche un altro progetto in cantiere: “Dobbiamo trovare uno step intermedio tra l’Under 19 e la prima squadra: creare una squadra Under 20 è un’opzione. Ne stiamo parlando”. Tanti obiettivi e risultati ancora da raggiungere: l’academy sarà sempre al centro del mondo Bayer Leverkusen.

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