Viaggio nella Cantera de Heroés: alla scoperta dell’Envigado
E’ considerato il miglior settore giovanile della Colombia. Da James Rodriguez a Tello del Benevento, fino a Quintero, Pabon, Guarin, Jhon Cordoba e Matheus Uribe, senza dimenticare Giovanni Moreno e Fabra, nazionali colombiani che avrebbero potuto giocare anche in Europa.
Modello Cantera de Heroés
Eppure, se vi capiterà di vedere una loro partita, sullo sfondo vedrete un parcheggio e delle case, con la telecamera per le riprese posizionata al centro dell’unica tribuna dell’impianto. Uno stadio, il Polideportivo Sur, da 12.000 posti che si riempie solo quando giocano contro Independiente Medellìn e Atlético Nacional. Ma è nella Valle Aburrá, a sud della zona metropolitana di Medellin, nel Dipartimento dell’Antioquia, che crescono i migliori talenti colombiani. “La formazione e la proiezzione di giocatori all’estero è la filosofia del nostro club. La nostra essenza, la nostra ragione di esistere. Tutta le nostre azioni, le strategie e le decisioni che prendiamo sono in riferimento alla possibilità di vedere i nostri giocatori nei migliori campionati internazionali”, così Ramiro Ruiz, presidente dal 2013 del club naranja a Gianlucadimarzio.com.
Non un miracolo, ma un modello vincente, per un club fondato nel 1989 con la prima partecipazione alla Primera Division nel 1991, mentre per la prima apparizione a livello internazionale sono dovuti passare vent'anni. Il loro motto è: "Trasformiamo vite, realizziamo sogni, rendiamo più umano il calcio". Un progetto che si basa sul lavoro nel settore giovanile con circa 500 tesserati. “La nostra scuola inizia a 2 anni e dura fino ai 12: fino ai 5 utilizziamo il calcio come piattaforma. All’inizio, i bambini vanno in campo con i padri e facciamo attività psicomotoria e cerchiamo sviluppare l’equilibrio e la coordinazione. Dai 6 agli 8 anni gli alleniamo in una forma pre-competitiva e dalla Sub-9 alla Sub-20 anni invece inizia ad essere competitiva: in quest’ultima fase circa il 50% dei giocatori che arrivano a far parte della Prima Squadra”.
“E’ un processo di formazione umana, più che di formazione sportiva. Abbiamo relazioni con tutte le scuole e i collegi dell’Antioquia ed è obbligatorio che tutti i ragazzi del nostro settore giovanile abbiano completato gli studi”, spiega il presidente del club.
Scuola, allenamenti, ma anche la ricerca del talento attarverso lo scouting e il progetto Cantera de Heroés. “Da alcuni anni abbiamo 10 scout arrivati dalla Spagna che ci hanno aiutato ad avere una metodologia diversa: abbiamo lo stesso modello di gioco dalla Sub-9 alla Prima Squadra. Il progetto Cantera de Heroés consiste in circa 30 scuole, per un totale di 2600 bambini in quasi tutte le regioni del territorio, soprattutto in Antioquia, la regione dove ci sono le grandi squadre del Paese come Atlético Nacional e Independiente Medellin”.
Un posizionamento strategico sul territorio per un motivo: “La Colombia è un Paese con una biodiversità molto alta, sia a livello naturale, climatico, ma anche sportivo. Qui si incontrano 3 climi, in quanto al calcio: i centrocampisti di creazione, di talento, nascono in Antioquia, gli attaccanti sulla Costa e i difensori nella zona del Cauca. Con il nostro posizionamento setacciamo i diversi territori alla ricerca di giovani con diverse caratteristiche”.
I benefici dall'uscita dalla lista Clinton
Da quando è diventato presidente nel 2013, Ruiz ha vissuto e superato il periodo più difficile della storia del club. Infatti, dal 2014 al 2018 l’Envigado è stato inserito nella lista Clinton, l'elenco che punisce le società ritenute finanziate con i proventi del narcotraffico, con l’allora socio di maggioranza, Upegui accusato di aver riciclato denaro sporco attraverso le sue società. L’inserimento nella lista comportava l’impossibilità di avere uno sponsor ufficiale per l’abbigliamento sportivo, disputare amichevoli negli Stati Uniti ed effettuare cessioni dirette di giocatori a qualsiasi club del mondo. “Grazie ai nostri avvocati siamo riusciti a uscire dalla lista presentando soluzioni sportive e imprenditoriali: abbiamo formato giocatori di primo livello, rafforzato il settore giovanile e abbiamo fatto fronte alle necessità economiche per l’esistenza futura del club. La necessità, il dolore e l’angustia sono fattori che aiutano la creatività, la resilienza: così siamo usciti dalla lista e adesso siamo una realtà”.
Asprilla, l’ultimo gioiello
L’ultimo talento pronto al salto in Europa si chiama Yaser Asprilla, esterno offensivo classe 2003. “E’ vicino al Watford, mancano alcuni dettagli, ma è un accordo quasi chiuso”. Una trattativa iniziata un anno fa con i primi contatti, nella quale si sta parlando anche della possibilità di un futuro in Italia, all’Udinese: “Ne abbiamo parlato, ma ancora non è stato deciso perché può darsi che possa rimanere anche un altro po’ da noi, prima di giocare in Europa”. L’Envigado al momento ne cura anche gli interessi. Infatti per quanto riguarda i giovani, sono gli avvocati del club a seguirli in questi primi anni di carriera e non i procuratori, come accade di solito. “Cerchiamo di proteggere i nostri giovani all’inizio”.
21 presenze e 5 gol dal debutto nel massimo campionato colombiano per il giovane talento originario di Bajo Baudó. “E’ arrivato a 12 anni da una delle nostre scuole in cui facciamo convegni. Ha il dna dell’Envigado. E' un crack, forte nell’uno contro uno, segna, abbiamo lavorato molto sul dinamismo e credo che questo sia un plus per lui: è migliorato molto anche nella fase difensiva che è molto importante nei campionati di primo livello. E’ molto giovane, deve imparare ancora molto, ma il suo cammino sarà lungo, credo che ci sarà un prima e un dopo, e lo dico con tutto il rispetto per i suoi compagni. Ha una maturità incredibile per la sua età”.
Il presidente del club naranja ci racconta anche un aneddoto: “La prima volta che l’ho visto giocare me ne sono innamorato. Ma quando aveva 13 anni era un ribelle come tutti i ragazzi della sua età, e c’era stato qualche episodio di indisciplina a scuola: ricordo che prendemmo la decisione di rimandarlo a Palmira, alla scuola da dove era arrivato, fu una decisione difficile considerando la qualità del ragazzo, che avrebbe fatto la fortuna di altri club, salvo poi tornare l’anno successivo”. Rigore e disciplina: viene prima l'uomo del talento. Il segreto di una filosofia vincente.