La scuola Envigado e il record colombiano: Jhon Cordoba, il salvatore di Colonia
Pareggio di testa all’ultimo minuto, emozione conclusiva di un altro turno di Bundesliga. Siamo a Colonia e di conseguenza la firma è di Jhon Cordoba, simbolo più che mai di questa squadra da almeno un anno. Uno abituato a sopportare le critiche, a far ricredere gli scettici, a ribaltare le situazioni e riportare tutto alla normalità.
Non era amato a Colonia quando fu chiamato per sostituire Anthony Modeste, oggi suo compagno di squadra ma all’epoca partito da Colonia per un’offerta irrinunciabile arrivata dalla Cina. Dovette ripartire dalla Zweite per convincere i propri tifosi, lo fece affidandosi al suo linguaggio più espressivo, i gol, soprattutto quelli di potenza che giustificavano i paragoni giovanili con Drogba.
Nella scorsa stagione fu il colombiano che segnò più gol in Europa e l’unico che vinse un campionato, per quanto fosse una seconda divisione. Ma furono 20 reti - meglio di Muriel, Falcao, Zapata e compagni - necessarie a rilanciare un attaccante dal grande potenziale ma continuamente messo in discussione.
Oggi è il trascinatore di una squadra in grande ascesa, risollevata dopo un avvio shock di Bundesliga, e rilanciata dalla cura Gisdol. Ha segnato già 11 reti, pesantissime, scalando anche la classifica dei migliori marcatori colombiani nella storia del campionato tedesco.
Con i nomi più importanti di questo lotto condivide alcune parentesi del suo passato: l’imprendibile Adrián Ramos, che di reti ne ha segnate 45 tra Hertha e Borussia, è infatti come lui un ex Granada, mentre il terzo in classifica, superato in questa stagione, è James Rodríguez, altro prodotto del sempre florido vivaio dell’Envigado.
Fu proprio quello il club di formazione in Colombia di Jhon Cordoba, partito nonostante le resistenze della famiglia, in realtà più della mamma che di papà Manuel, ex calciatore passato anche in nazionale negli anni ’80. Finì in squadra con Uribe, Frank Fabra del Boca Juniors e soprattutto Fernando Quintero, calciatore di enorme talento che ha rischiato anche di tornare in Italia nello scorso mercato.
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L’allenatore a volte veniva fischiato perché dava minuti a questo ragazzone di 17 anni al posto di Horacio Serna, uno degli idoli locali, ma il tempo gli avrebbe dato ragione. Cordoba ha lasciato la Colombia per andare in Messico, campionato ricco e competitivo, ma con poco seguito da parte degli osservatori che contano: tre maglie diverse prima di andare in Spagna all’Espanyol e poi al Granada, seguendo le orme di Adrián Ramos.
Ma la sua meta ideale era Colonia: il posto perfetto dove mettersi in gioco, una piazza dove potersi permettere anche un fallimento prima di consacrarsi. È passato dai fischi ad aver ricevuto un’enorme capra d’oro per il premio di miglior giocatore della stagione del club, votato dai tifosi.
Gli stessi tifosi che oggi non possono assistere direttamente alle sue prodezze, ma che solo dal divano possono continuare a festeggiare quei gol. Tanti, belli, adesso anche pesanti: Jhon Cordoba è il simbolo del Colonia in Bundes, l’uomo che ce l’ha riportato dopo la retrocessione e che più di tutti sta incidendo per farcelo rimanere.