Ai confini del calcio: Demme, il primo professionista sbarca negli E sport tedeschi

diego_demme_getty

Una volta si chiamavano “Avatar”. Sono diventati anche un film. Ora, sono quasi uno stile di vita. Vita parallela, si intende. E piace: si può diventare qualcosa di diverso, ci si impegna per esserlo, si superano i confini di se stessi. È una proiezione, che dà vita a vere e proprie competizioni. Alzi la mano chi non conosce gli E-Sport: video tornei. Dal punto di vista fisico, forse, possono non sembrare così tanto impegnativi. Ma l’agonismo c’è, eccome. E piace, di nuovo. Ci giocano tutti, si stanno facendo anche tanti tornei di calcio. C'è chi ci investe, chiedete a De Rossi e Florenzi, c'è chi ha organizzato una propria squadra (vedi Romagnoli), e c'è anche chi ci partecipa in prima persona. Uno che il calcio, nella vita, lo pratica tutti i giorni ad alti livelli. Altro che avatar: Diego Demme è tra i primi ad aver superato questa barriera, non così sottile.

Chi è Diego Demme: il sogno di Gattuso, i gol in Champions

Cognome italiano, come quello del suo idolo: "Gattuso". Lo dice da sempre. È nato a Herford (in Germania), e coltiva la passione per il calcio: 27 anni, è il classico play basso di centrocampo. Quello coi piedi buoni che non rinuncia a metterci la gamba. O i denti, come capitato qualche anno faNel Lipsia gioca dal 2014: 206 partite in assoluto (99 in Bundes) e 2 gol. Negli ultimi anni è diventato anche un titolarissimo, ha anche segnato una rete, con la fascia di capitano al braccio, nell’ultima partita di Champions disputata (un gran tiro da fuori contro lo Zenit: finirà 2-0). E adesso prova a sfidarsi, ad andare oltre. Al calcio non rinuncia, non rinuncerà mai. Ma lunedì sarà il primo giocatore professionista della Bundes a disputare un torneo di E-Sport: la Virtual BundesLiga (VBL).

Demme: primo torneo da professionista negli E-sport

Una passione che nasce da lontano. A 7 anni, il primo videogioco di FIFA: il sogno di diventare calciatore era reale. Si comincia anche da lì. Probabilmente non si sarebbe immaginato, vent’anni dopo, di essere un calciatore professionista. E nemmeno di competere per un torneo che il calcio lo vive in un’altra maniera. Una prospettiva che diverte i suoi compagni: ne parla spesso con due in particolare, Werner (vi ricordate la doppietta al Napoli?) e Halstenberg. Un po’ lo invidiano, avrebbero voluto giocare con lui o contro di lui.

Un’esperienza particolare, in un anno sicuramente molto importante. Ha cominciato molto bene in campo, si diverte al Lipsia e sta giocando anche in Champions. Insomma, un salto di qualità notevole per un giocatore che è sempre più pronto a una sfida internazionale. Reale e, perché no, anche (ma non solo) virtuale. Superare i confini non lo preoccupa per niente. È un avatar 3.0, forse senza nemmeno saperlo….

Google Privacy