"Come lo sbarco sulla Luna": la storia di Denis Franchi, l'altro portiere italiano del PSG
Se parli di PSG e accosti le parole "portiere" e "italiano", non stai facendo riferimento solo a Gianluigi Donnarumma. C'è anche un altro ragazzino. Si chiama Denis Franchi ed è nato a San Vito al Tagliamento, in provincia di Pordenone. Non tutti lo sapevano - o lo ricordavano - ma dal 2019 Franchi è stato acquistato dal Paris Saint-Germain: gioca con l'Under 19 ma si allena - ormai quasi sempre - con la prima squadra. Quella piena di stelle. Che guarda e osserva, per crescere e diventare grande. Ogni tanto Pochettino lo convoca anche per le partite ufficiali. A fine novembre era in panchina all'Etihad Stadium nel match di gala tra il PSG e il Manchester City. O come domenica scorsa, contro il Reims, quando tra i pali era andato Keylor Navas, ma se il costaricense ex Real si fosse fatto male, sarebbe toccato a lui entrare in campo.
Lunedì, per l'ottavo di finale di Coppa di Francia, Pochettino ha recuperato all'ultimo Donnarumma (nei giorni scorsi alle prese con un infortunio agli adduttori), ma non può contare su Navas (convocato con la sua nazionale). Con Sergio Rico ceduto in prestito al Maiorca il n°2 sarà probabilmente Denis. Che si avvicina sempre di più a una maglia da titolare.
La storia di Denis Franchi raccontata da chi lo ha visto crescere
Che giochi o che resti in panchina, nulla cambierà nel grande percorso di Denis Franchi. Partito dal Prata Falchi, società dilettantistica della provincia di Pordenone dove ha mosso i primi passi, e finito in uno dei club oggi più imortanti al mondo. "Denis era di un altro pianeta, si vedeva già da noi che era un predestinato", ci racconta Paolo Tonus, consulente del Prata Falchi che ha visto crescere Franchi. "Feci il suo nome a Paolo Poggi (ex giocatore dell'Udinese, oggi al Venezia ma allora responsabile del settore giovanile del club bianconero, ndr), e lo presero. Il primo anno non giocò mai, il secondo divenne titolare e cambiò tutto. Iniziai a ricevere parecchie telefonate, poi una volta giocò un torneo a Nantes. Fece benissimo e c'erano osservatori del PSG. Mi contattarono e iniziai a parlare con la famiglia, tenendo all'inizio tutto nascosto a Denis per non farlo distrarre. Ringrazierò per sempre la famiglia Franchi, perché senza di loro e il loro consenso non avrei mai potuto avverare questo sogno". Si spiega: "Io ne ho portati tanti di ragazzi all'estero, ma mai in un club grande come il Paris Saint-Germain". Il trasferimento è avvenuto nell'estate del 2019: "Quell'anno ci fu il cinquantesimo anniversario dello sbarco sulla Luna. Ricordo che paragonammo scherzosamente la portata di quell'evento al trasferimento di Franchi al PSG. Perché a me una cosa del genere probabilmente non ricapiterà più", ricorda Tosun con grande affetto ai nostri microfoni.
"Da piccolo faceva l'attaccante"
Altre testimonianze su Denis Franchi ci arrivano da Alessandro Cenedese. Lui, il signor Cenedese, ha visto crescere Denis Franchi meglio di ogni altro: è stato il suo preparatore portieri ai tempi del Prata Falchi. Nei suoi racconti parte subito con un aneddoto curioso: "All'inizio non faceva mica il portiere. Faceva l'attaccante, ed era forte tecnicamente. Quando aveva undici anni decise di provare a giocare in porta, ma erano almeno due stagioni che mi diceva che ci stava pensando. Poi si decise: gli dissi che per colmare il gap con gli altri portieri della squadra avrebbe dovuto fare dei lavori specifici di tecnica, posizionamento ecc. Mi misi a disposizione per lavorare ogni giorno un'ora prima degli allenamenti. Così facemmo. In due mesi divenne titolare e iniziò subito a fare i primi miracoli in partita. Aveva trovato il suo percorso", ci racconta.
Gli inizi al PSG: dalle presentazioni a quello scherzo di Mbappé
Oggi, Franchi è sempre molto legato a Cenedese: "Quando torna qui da noi, andiamo spesso a mangiare una pizza insieme alla sua famiglia. Mi racconta spesso tanti aneddoti sulla sua vita al PSG. Una volta mi raccontò che uno dei primi giorni, Gianluca Spinelli (allenatore dei portieri del Paris Saint-Germain, ndr) gli disse: 'Vieni che ti presento i tuoi nuovi compagni'. Lui si aspettava di conoscere i ragazzi dell'Under 19. Invece si trovò di fronte Cavani, Mbappé, Neymar, Di Maria e tutti gli altri. Fu un bell'impatto". Ma l'integrazione per Franchi è andata bene sin da subito. Ancora Cenedese con un altro aneddoto: "Mi raccontò di uno scherzo che in cui rimase coinvolto. In pratica avevano nascosto l'orologio a Cavani negli spogliatoi. Fu Mbappé a organizzare lo scherzo. Mentre Cavani stava cercando l'orologio, temendo che qualcuno glielo avesse rubato, entra Dennis Franchi. E Mbappé fa: 'È stato lui! L'italiano! È stato lui', e si sono fatti tutti grasse risate. Tanto per dirti come lo abbiano accolto bene".
I consigli di Donnarumma
Ma per un ragazzino di sedici anni (tanti ne aveva al momento del suo trasferimento in Francia), partire e lasciare casa, famiglia e amici non è mai cosa semplice: "Dalla sua ha il carattere, introverso ma forte. Noi gli abbiamo detto da subito di andare lì per imparare e rubare con lo sguardo le tecniche dei grandi. Ha fatto molti sacrifici, soprattutto all'inizio, stando lontano dal suo mondo. Ma adesso è felice e contento: ha anche comprato casa e ora vive da solo", ci racconta Tonus. E uno dei suoi maestri è un campione d'Europa come Gigio Donnarumma. I due sono diventati amici e non solo. Scherzano e si becchettano sui social, ma ovviamente c'è di più: "Denis mi ha raccontato che Donnarumma lo ha preso sotto la sua ala", ci racconta Cenedese. "Gli dà tanti consigli, specialmente sulle uscite e le palle alte". Imparare dai grandi. Osservare e aspettare. Il giorno del debutto sembra essere sempre più vicino. Dal Prata Falchi all'approdo nella galassia del PSG delle stelle. Missione già compiuta due anni e mezzo fa. Ora si punta all'esordio ufficiale. Prepararsi al nuovo allunaggio.