"Hey Jude", tocca a te: il Borussia compra Bellingham, 17 anni già nella storia
Non potevano che presentarlo citando i Beatles: era un collegamento troppo facile (e bello) per non sfruttarlo. Ma è anche un messaggio per Jude Bellingham, che a 17 anni passa dalla Championship (e quel miracolo di Bielsa) alla Bundesliga, dal Birmingham al Borussia Dortmund. “Credi in te stesso, goditela, è il tuo momento”. Forse non se l’aspettava nemmeno lui una stagione così: giocare 40 partite, segnare anche 4 gol, a quell’età, non è per tutti. È un centrocampista, puoi posizionarlo da regista, interno, trequartista e a volte anche punta senza che ti tradisca. Un po’ di tutto.
Ticket to ride
Forse la storia non la conoscete: Hey Jude era stata scritta per fare coraggio al figlio più grande di Lennon, che stava affrontando la separazione dalla moglie. Ne è nato un capolavoro: una canzone che sembra malinconica, ma finisce con un coro e un applauso. Un lieto fine, un padre che incoraggia un ragazzo a crescere. E per Jude il calcio è sempre stato di famiglia: suo papà Mark ha sempre sognato di diventare un calciatore professionista. Non ci è riuscito, ha ripiegato sulla carriera da poliziotto, ma intanto continuava ad allenarsi e a giocare in squadre dilettanti: 15 maglie diverse indossate in carriera, e “circa 700 gol in 850 presenze”. Più o meno. La testimonianza diretta è di Bellingham senior, il dato non è sicuro, ma comunque impressionante.
Poi a Stourbridge è nato lui, che a 7 anni ha cominciato a impressionare. Tutti i giorni: 20 km di macchina ad andare e a tornare. Destinazione Birmingham. Ticket to ride, cantano i Beatles: un biglietto per viaggiare. Ne ha timbrati tantissimi, ma quel ragazzone (è alto 180 cm, ha il fisico longilineo ma in campo si nota subito), non doveva fermarsi. L’alternativa era quella di rimanere proprio a Stourbridge, una piccola cittadina industriale di quelle che potrebbe descrivere Dickens o cantare proprio i Beatles: famosa per la produzione di vetro dai tempi della rivoluzione dell’Ottocento, il classico ambiente operaio dove lo sport può rappresentare una svolta.
Che è arrivata lo scorso anno. Il 6 agosto del 2019, precisamente. Contro il Portsmouth, in FA Cup, Clotet Ruiz decide di farlo esordire in prima squadra. “Un esordio a 16 anni, nulla di nuovo” potreste pensare. Peccato che quell’ingresso batta il record di giocatore più giovane a essere mai sceso in campo con quella maglia. Un record vecchio di 39 anni: Trevor Francis, attaccante, che nel 1970 scese in campo a 16 anni e 139 giorni (ed è un anno in cui i giovani brillano). Jude, che in quella occasione è stato impiegato come seconda punta, aveva fatto il compleanno un mese e mezzo prima.
Feel fine
Altra traccia: Feel fine. Stare bene. Gli ultimi anni, in effetti, per Jude sono stati esaltanti. È diventato anche capitano dell’Under 17 inglese nella Syrenka Cup dello scorso anno. Un torneo amichevole che lo ha anche insignito come miglior giocatore dell’edizione. Su Youtube i suoi video iniziano a spopolare: sa intervenire in difesa, non ha paura a dribblare sulla linea mediana, corre su ogni pallone. La pecca? Chi lo conosce bene dice che deve migliorare negli interventi di testa: slanciato com’è, non può mancarne troppe. Ma sono dettagli: intanto è tra i pochi a essere passato da una seconda categoria a una prima.
E ad alti livelli. “Devo ringraziare tutti, sono felicissimo”, ha detto. Voce ferma, sguardo direttamente verso la macchina. Un’intervista simile lo scorso anno gli regalò una pioggia di complimenti sui social da parte dei tifosi, stupiti dal livello di maturità e di sicurezza mostrati. Divenne un hashtag di tendenza. Un piccolo tra i grandi. Ha appena cominciato.