Catania, Lo Monaco: “Mi dimetto da dg, non posso sopportare tutto ciò”

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Momento delicatissimo in casa Catania (Serie C). Problemi in campo e fuori, culminati con la gara del 24 novembre contro la Casertana giocata a porte chiuse.

A parlare della situazione dei rossazzurri ci ha pensato l’amministratore delegato Pietro Lo Monaco, rilasciando in diretta una dura decisione: “Questa è la mia ultima conferenza, non sono più il direttore generale del Catania. Mi dimetto, ma finché non mi sostituiscono resterò a disposizione. Non me la sento più di dover sopportare ciò che sta accadendo” le sue parole in conferenza stampa.

"Siamo andati avanti con le nostre forze, in Italia rappresentiamo una realtà"

Questa conferenza abbraccia tutta la situazione del Catania, ci hanno chiesto chiarezza e l’abbiamo sempre avuta, ma non si è voluta vedere. Parte tutto dal 21 maggio 2012, ma non mi va di elencare la storia" ha affermato l'ormai ex direttore generale del Catania, oggi in 9^ posizione nel girone C di Serie C. "Le vittorie sono sempre viste come figlie di tutti, le sconfitte invece solo di uno. Di quei 4 anni di disfacimento tanta colpa va alla gestione, ma anche a tutta la confusione che è stata generata. Tutti hanno discusso, parlato e giudicato, ma alla fine c’era un solo fallito: il Calcio Catania. Tutti gli altri, esenti da colpe. Sono arrivato qua 3 anni fa, con il Catania praticamente azzerato. Ricordo bene tutti i discorsi e i commenti, ‘dobbiamo salvare la matricola’, ma nessuno si è mai posto il problema di come si facesse ad uscire fuori da tutto questo. Il Catania in 3 anni è andato avanti con le proprie forze economiche. Io sono andato in giro per il mondo facendo 100-120 transazioni, in 3 anni siamo passati da -15 milioni di euro a -4 milioni di euro a bilancio. Oggi siamo una società appetibile”.

In questi 3 anni abbiamo ricostruito il settore giovanile, oggi abbiamo 8 squadre giovanili. Questo per rispondere a chi parla di fallimento" ha proseguito il dirigente rossazzurro. “Abbiamo 400 tesserati tra le giovanili, 40-60 tecnici, in prima squadra ci sono 30 giocatori, 10 tecnici, 6-7 medici. Chi dà spazio agli sciacalli pensi a questi numeri. Abbiamo 500 e passa unità. Siamo andati avanti, abbiamo ripristinato un fiore all’occhiello di Catania: Torre del Grifo, eccellenza della Sicilia e di questa città. Diamo da mangiare a un circolo di 600-700 persone, siamo una realtà in Italia, ma per noi lo Stato non interviene come in altri casi. Nessuno ci ha mai aiutati, non abbiamo mai preso punti di penalità. Allora perché questo disfattismo? Abbiamo difficoltà come tante altre aziende, abbiamo monte debiti da affrontare, a volte ci sono ritardi ma ringraziando Dio stiamo andando avanti con le nostre forze.  Abbiamo speso solo 3 milioni lordi, e si dice che dobbiamo vincere il campionato. Noi esistiamo con le nostre forze, siamo una cosa da scrivere sui libri. Abbiamo la nostra dignità e non meritiamo ciò che sta succedendo”.

"Nelle difficoltà ci siamo avvicinati alla Serie B. Il Comune non ci ha aiutato"

Lo Monaco ha continuato così: “Se volessimo ricondurre tutto all’aspetto tecnico saremmo superficiali, abbiamo ridotto molto il debito tirando fuori tanti milioni. Tutti si fanno grandi grazie al Catania, ma il Catania ha bisogno di aiuto. Siamo andati vicini alla Serie B nonostante tutto, abbiamo tirato fuori gli attributi. Abbiamo fatto 154 punti tra playoff e campionato e parliamo di fallimento. Chi dice queste cose deve vergognarsi. Io ho l’obiettivo di salvare il Catania, ma non esiste rilancio senza risanamento. Il Monza ha speso 14 milioni di euro, noi con poco da investire ci siamo andati vicini alla B. Siamo una società forte”.

Ho 50 anni di calcio alle spalle, le ho viste di tutti i colori ma ne continuo a vedere sempre di più esilaranti, soprattutto con i social network: notizie false a cui si dà risonanza, cose così. Se mettiamo il Catania in seconda battuta e diamo voce agli sciacalli vuol dire che non ci abbiamo capito molto. Vergogna per chi scrive certe cose su di noi. La gara con la Casertana è stata dichiarata ad alto rischio e ci hanno chiesto un alto numero di steward, più vigilanti e ausiliari. Abbiamo fatto l’impossibile, abbiamo sentito i responsabili delle sicurezze di tante città ma erano tutti occupati. Volevamo giocare a porte aperte. Alla partita si è attaccato anche il Sindaco, ma non abbiamo fatto polemica con lui. Volevamo solo rispondere a un comunicato per noi in quel momento inopportuno, dovevamo chiarire alcuni punti. Se si vuole dare aiuto lo si dà, ma il Comune in questi 3 anni ha solo goduto del Catania. Ci sono 10 mila euro al mese che paghiamo per la pubblicità e tante altre spese, ma lo stadio ci è stato sempre consegnato fatiscente in ogni aspetto. Dobbiamo pensare noi alla pulizia e al manto erboso, però poi ci giocano tutti, anche le partite di beneficenza. Il Catania deve pagare tutto. Io non accetto che si debba fare politica, noi abbiamo solo bisogno di aiuto. Servono fatti, non parole”.

"Mi dimetto per alleggerire le casse della società. Sono venuto solo per salvare il Catania"

Parentesi anche sulle contestazioni dei tifosi: “Quelli di cui parlate voi non sono tifosi del Catania. Vengono solo per gridare ‘Speziale libero’ e ci fanno prendere tantissime multe. Questo sarebbe amore? Per fortuna c’è anche chi ci sostiene. Il Catania non è questo. Le contestazioni sono cominciate da tempo, ma finché toccano me e non la squadra va bene. Sono tornato qui senza interessi personali o economici e ci ho rimesso salute e soldi. Mi dispiace perché la maggioranza della gente e dei tifosi li ho sempre amati e rispettati, è per loro che faccio le mie battaglie. Gli altri mi hanno solo insultato. Io sono venuto solo per salvare il Catania, ma alla luce di quello che sta accadendo dico: è la mia ultima conferenza stampa, non sono più il direttore generale del Catania. Mi dimetto, ma finché non mi sostituiscono resterò a disposizione della società. Non posso più sopportare ciò che sta succedendo”.

Prendo questa decisione per alleggerire i conti della società con uno stipendio in meno. Il prima possibile mi dimetterò anche da amministratore delegato, ma lì c’è bisogno di un iter più lungo. Ora comunicherò la mia decisione alla proprietà e alla squadra, poi aspetterò di essere sostituito da un’altra figura che possa ricoprire questo ruolo. Preferisco mettermi da parte. La vita del Catania è delineata, è una realtà importante che può tranquillamente superare le difficoltà che si possono presentare. Magari con difficoltà, ma può farcela”. A prescindere dall’aspetto tecnico della squadra di Lucarelli, secondo Lo Monaco: “Ci siamo sciolti come neve al sole e questo fa male. Abbiamo giocatori ben pagati per la categoria, il loro rendimento non è consono al loro valore. Ma tanto paga sempre la società”.

"Ho fatto degli errori. Pulvirenti come un tifoso, l'ho rivalutato"

In 3 anni ho commesso alcuni errori, ma ho avuto un direttore sportivo e un allenatore che mi hanno sempre supportato” ha ammesso Lo Monaco. “Non c’è stata nessuna offerta per rilevare il club, la sola proposta è stata quella di Folliero. Chi lo vuole può fare un passo avanti, troverà tutte le porte aperte. Spero che il Sindaco possa mettere insieme una cordata di imprenditori che abbiano a cuore questo club. Il Catania non è un gioco. In questi 3 anni ho rivalutato Pulvirenti, ha fatto tanti sforzi pur non avendo tanta disponibilità. Ho rivisto in lui il primo tifoso del Catania che soffriva per la sua squadra”.

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