Catania, Pogliese: "Finaria lavora agli stipendi. Sulla cessione di Pulvirenti..."

Quale futuro per il Catania? La situazione è intricata e delicata. C'è il nodo stipendi, poi la matricola 11700 da salvare.

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Facce della stessa medaglia, più attori coinvolti. Tra questi c'è anche il sindaco della città, Salvo Pogliese che si è posto come figura di mediazione tra la società e la cordata interessata a prelevare il club. 

"Finaria lavora per gli stipendi. Cessione Pulvirenti? Ora metterei la mano sul fuoco", parole del primo cittadino (e tifoso) di una Catania che - sportivamente parlando - vuole ripartire. 

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Pogliese, insieme a Maurizio Pellegrino, coordinatore cordata SIGI, sono stati ospiti del nostro Question Time in diretta su Facebook per fare un punto della situazione e delineare i possibili futuri scenari. 

Salvo Pogliese, sindaco di Catania

"Non possiamo perdere la matricola e la Lega Pro. Il tempo stringe e sono convinto che questa cordata possa avere tutti gli elementi per portare alta la bandiera della nostra città a livello calcistico. E' stato scongiurato il fallimento ma si deve fare in fretta. Con Pulvirenti credo si sia concluso un ciclo. 

Cosa posso fare io in questa vicenda? Ho rispettato i ruoli nel contesto di una trattativa con una cordata che ha fatto dei passaggi con grande determinazione e nei confronti della quale c'era diffidenza da parte della società. Razionalmente, se ci fosse un intento speculativo da parte di una cordata, la strada sarebbe stata diversa. Il Calcio Catania oggi non può che prendere atto di quello che la SIGI ha formalizzato. Io ho avuto una funzione di mediazione. Vorrei fare molto di più. Se si dovesse intraprendere la strada dell'azionariato condiviso penso sia una strada importante e da apprezzare. E cercherò di dare una mano concreta. Ho poi ricevuto più chiamate di diversi imprenditori non catanesi per timidi interessamenti".

Maurizio Pellegrino, coordinatore cordata SIGI

"Non sono più a conoscenza degli sviluppi dei processi avvenuti in un secondo momento. E' stato un percorso difficile, strutturato in maniera nuova e innovativa, con un'aggregazione di imprenditori che hanno portato avanti l'iniziativa. Per ingenuità sono stati commessi degli errori ma oggi invece siamo forti come struttura e siamo organizzati per prelevare la società e rilanciarla dal punto di vista progettuale. I debiti? Sappiamo la situazione e non siamo degli sprovveduti. Fallimento? Non siamo interessati ma vogliamo salvare la matricola e rilanciare un progetto sportivo. E non ci dimentichiamo dei 200 lavoratori che oggi stanno rischiando di perdere il posto di lavoro. Gli imprenditori che sono con noi hanno sposato questo progetto. Ringrazio infatti tutti coloro che si sono impegnati in questa iniziativa per sperare di salvare questa matricola, è una storia importante quella del Catania. 

Perché il Catania non vuole vendere alla SIGI? Non è la domanda che ci poniamo. Noi pensiamo a produrre garanzie organizzative, progettuali ed economiche. Qui il problema è il tempo, che è il nemico numero uno. Quanto tempo? Per il progetto sportivo, che è prioritario, ce n'è davvero poco, per la visione che abbiamo. Se dovessi pensare di lavorare a fine luglio mi porrei il problema di non poter programmare qualcosa di importante. Bisogna trovare il buon senso.

O gli imprenditori si mettevano insieme oppure era difficile approcciare a quella situazione. Per la prima volta non si è guardato nè a interessi personali nè colori politici. E l'unico interesse comune era salvare la matricola. L'ho vissuta nel '93, quando stavamo facendo la storia. Ora si può rifare di nuovo. Avendo tutti un pensiero nobile, con la città intera che ci sta guardando. Non potevamo aspettare, nonostante la diffidenza iniziale nei nostri confronti. Siamo andati avanti e continuiamo a farlo con determinazione. Ma sappiamo che possiamo rilanciare questa società e proporre il calcio che ci piace".

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