Carpi, il Consiglio di Stato respinge il ricorso: i 5 giocatori più forti del passato recente

Dopo il ricorso respinto dal Consiglio di Stato per l'ingresso (in sovrannumero) nel campionato di Serie D, di fatto termina la storia sportiva del Carpi FC 1909 (nulla a che fare con l'Athletic Carpi, regolarmente iscritto al campionato). Una squadra che nel passato recente ha saputo arrivare fino alla Serie A, nella stagione 2015-16, poi terminata con la retrocessione. L'allenatore era Fabrizio Castori, e fra i giocatori c'era anche qualche nome illustre. 

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Impossibile dimenticare il nome del miglior marcatore nella storia degli emiliani: Jeremy (detto Jerry) Mbakogu. L'attaccante nigeriano, classe 1992, attualmente svincolato dopo le deludenti parentesi con Osijek (Croazia) e Cosenza, ha realizzato un totale di 34 gol con la maglia biancorossa, in 4 anni complessivi (suddivisi su due esperienze). 

 

 Un altro bomber passato da Carpi, che però solca ancora i campi della A, è Kevin Lasagna. Furono proprio gli emiliani a scoprirlo e a regalargli quella vetrina che gli valse il passaggio all'Udinese. Il classe 1992 è stato autore di 24 gol in tre stagioni a Carpi, dal 2014 al 2017. 

 

 

 

A Carpi ha giocato anche un campione del mondo del 2006: sì, perchè in quella stagione 2015-16 Cristian Zaccardo comandava la difesa emiliana. In totale, quasi 30 presenze e un gol per lui, che si è ritirato ormai 2 anni fa. 

 

 

In Serie A oggi gioca un altro rappresentante di quel Carpi che fece sognare una tifoseria che non aveva mai assaggiato il massimo campionato: Simone Verdi era reduce dal prestito all'Eibar, in Liga, quando il Milan, che ancora ne deteneva il cartellino, lo girò in prestito al Carpi, nel gennaio 2016. Per lui, in sei mesi, 8 presenze e 3 reti, che tuttavia non bastarono per una salvezza svanita all'ultimo turno. 

 

 

 

Infine, un altro "peso massimo": anche Marco Borriello fece parte di quella squadra. Il napoletano segnò anche 4 reti, di cui uno alla Juventus, di cui era un ex. Quella partita, terminata 3-2 per i bianconeri, passò alla storia soprattutto per il "lancio della giacca" di un infuriato Max Allegri, alle prese con un calo di tensione che stava costando ai suoi uno scivolone nel convulso finale. 

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