Un mese senza vittorie e poi... è tornato Mkhitaryan

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Nella Roma che riparte dopo il periodo difficile c'è una firma chiara e indelebile. Un mese intero senza vittorie e poi... è tornato Henrikh Mkhitaryan. Decisivo? Di più. 3 gol e 3 assist nelle ultime 5 gare disputate da titolare tra Serie A ed Europa League. La conseguenza è fin troppo semplice da dimostrare: due vittorie consecutive in campionato contro Lecce e Cagliari e passaggio del turno agli ottavi di finale della competizione europea dopo aver eliminato il Gent (1-1 in Belgio, gol e highlights).

Lui, armeno giramondo e poliglotta (la sua storia). Nella vita parla 7 lingue, sul campo ne ha "parlate" 6, quelle che come un filo giallorosso collegano le sue giocate decisive da quando è tornato. Ha fornito assist a Kluivert (olandese), Kalinic (croato) e Under (turco) e segnato contro Skorupski (polacco), Vigorito (italiano) e Olsen (svedese). Nella Roma che continua il suo inseguimento al quarto posto all'Atalanta, Mkhitaryan ha messo al servizio della squadra il linguaggio che conosce meglio di qualunque altro: quello della velocità, del dribbling e del gol.

"Quando sei triste, non puoi essere fortunato. Se invece sei felice, ti accadono cose belle anche in campo". Lo ripete spesso Henrikh, lo ha imparato da ragazzino in Brasile, durante un camp estivo con il San Paolo. Quattro mesi trascorsi in camera con il profeta Hernanes, futuro idolo della Roma biancoceleste. Chi è felice per le cose belle che accadono in campo, oggi è la Roma giallorossa, ultima tappa di un giro del mondo che lo ha visto finora toccare Armenia, Ucraina, Germania, Inghilterra e Italia (i motivi del suo addio all'Arsenal).

Un legame con l'Italia divenuto fortissimo già prima dell'arrivo nella capitale. Dal matrimonio dello scorso giugno a Venezia, con una guest star come Albano Carrisi. "Nel blu dipinto di blu", la canzone cantata durante la cerimonia. "Volare" dice il famosissimo ritornello. Volare, quello che è tornata a fare la Roma da quando è rientrato Henrikh Mkhitaryan.

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