Rivoluzione Abascal. Guillermo e la “primavera ascolana”

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Ha i capelli rossi, 31 anni e lo sguardo sempre acceso. Brillante, come il gioco che vuole portare in serie B dopo avere stupito tutti in Primavera. Intenso, come il suo stile in allenamento: pallone sempre al centro, retaggio di un’infanzia passata alla Masia del Barcellona.

Il condottiero più giovane della B

Parola d’ordine: divertimento. Messaggio alla truppa del nuovo comandante Guillermo Abascal da Siviglia, detto Guille. Da lunedì primo giugno può guidare la squadra al completo. È stato accolto con lo stesso entusiasmo di fine gennaio, quando per una settimana fece da traghettatore fra Zanetti e Stellone. Vinse 3-0 a Livorno, poi passò la mano. In quei giorni passati in ritiro a Roma, la squadra aveva ritrovato il sorriso. Un segnale che la società non ha mai dimenticato nelle 5 settimane successive. Quelle prima del blocco, quelle di una gestione Stellone interrotta ufficialmente a metà aprile ma di fatto già conclusa a inizio marzo. “Non farò mai un allenamento in cui un calciatore non abbia l’obiettivo di attaccare lo spazio, di difendere alto”, diceva ai nostri microfoni Abascal un paio d’anni fa, quando allenava a Lugano.

Lo faceva già a Siviglia nello staff di Unai Emery.  Match analyst voluto da Monchi, da sempre all’avanguardia nello sviluppo analitico e nella scelta dei suoi collaboratori. Giornate passate al computer ad analizzare tutto e sintesi sul campo. Messaggi chiari a ognuno, facendo sentire tutti al centro del progetto. Dai sei giovani che ha voluto aggregare alla prima squadra, a quei veterani di cui si era già guadagnato il rispetto a gennaio. Regole, chiarezza e disponibilità totale. Stesso trattamento per tutti, stessa attenzione, uguali possibilità per chiunque

Primavera ascolana, vento di estate.

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