Benatia, retroscena su Ronaldo: "Ho pensato che non fosse un ragazzo normale"
"Una volta, di ritorno da una trasferta, Cristiano Ronaldo mi chiese alle 23 di allenarmi con lui. Io volevo solo guardare la tv", un retroscena che ha dell’incredibile, quello raccontato da Medhi Benatia, ospite nella trasmissione 'Le Vestiaire', ai microfoni di 'RMC Sport'.
“Stavamo tornando da Bergamo, noi due non avevamo giocato ed eravamo rimasti in panchina” ha spiegato l’ex giocatore della Juventus (per gli ottavi di finale di Champions arriva il Lione). “Sull’autobus di ritorno Ronaldo mi ha detto: ‘Che hai intenzione di fare adesso? Gli rispondo: 'Beh, sono le 23, vado a casa, perché?' E a quel punto mi disse: 'Non hai voglia di fare una piccola seduta di allenamento? Non ho sudato in partita, mi devo allenare, non vuoi farmi compagnia?'".
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Una conversazione che ha lasciato di stucco il difensore francese, che a quel punto ha dovuto rifiutare, spiegandogli che non era possibile. "Volevo solo andare a casa, mettermi di fronte alla TV. Quando siamo arrivati, tutti erano vestiti con abiti normali, lui si mise i pantaloncini, le scarpe da ginnastica, la musica e andò in palestra” ha raccontato Benatia. “Ho pensato, questo ragazzo non è normale. Quando stai a contatto con lui nella vita quotidiana rispetti il ragazzo ancor prima del calciatore. Ha sacrificato tutta la sua vita per il calcio".
Mentalità, allenamenti, intensità e sacrifici. Questo è probabilmente il giusto mix che spiega in parte i successi del portoghese. "Sono stato sorpreso nel vedere quale intensità metteva nelle sedute di allenamento, e soprattutto come lo ripeteva ogni giorno. Oltre a quello che facevamo con il gruppo, aveva il suo programma personalizzato 25 minuti prima di lasciare il campo: un sacco di lavoro esplosivo, con elastici, pesi e quant'altro. Eppure già di per sé la Juventus ha una mentalità vincente". Nel frattempo, in campo, con Dybala e Higuain, CR7 sembra divertirsi. Tridente oppure no? La domanda del mese, in casa Juve, resta però sempre quella.
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