Zeman e il vecchio amore, il ritorno a Pescara del boemo

Certi amori non finiscono, al massimo si interrompono perché usurati dal troppo amore. Ma poi inevitabilmente ritornano. Così come ritorna l'amore tra Zeman il Pescara: di nuovo insieme dopo 4 anni e mezzo. Zemanlandia è sparita? “Mò ce lo faccio vedere io”, rispose a metà della fantastica stagione 2012 con il Pescara, qualche mese prima di vincere il campionato di Serie B. E adesso il boemo dovrà dimostrare ancora una volta di essere in grado di portare spettacolo offensivo all’interno del campo. Sarà di nuovo 4-3-3 a trazione anteriore. Calcio spettacolo? No, calcio e spettacolo con il marchio di fabbrica inconfondibile della doppia zeta. Perché “per coprire il campo non esiste modulo migliore”.

Cambiano gli interpreti ma lui resta: non ci saranno più gli Immobile, Insigne e Verratti, talenti sbocciati nel Pescara che fece innamorare tanti, ma questo poco importa. Non ne ha mai fatto una questione di individui, si è sempre accontentato di quello che aveva. Ora non sarà una svolta totale, ma Zeman avrà già pensato a qualche cambiamento. Gli è bastato starsene lì, accovacciato a bordo campo a osservare il primo allenamento della squadra.





Importante sarà il ruolo del portiere. Dovrà essere bravo con i piedi – ricordate Anania? - quindi a Bizzarri potrebbe essere preferito Fiorillo. Certo, questa estremizzazione del ruolo fu una delle cause dell’esonero del boemo ai tempi della Roma dopo l’incredibile errore di Goicochea contro il Cagliari. Le novità, soprattutto dal centrocampo in su, prevedono la linea verde. Verre ancora di più al centro del sistema, con il giovane Cubas (arrivato in inverno dal Boca Juniors) pronto a trovare spazio. Davanti invece Bahebeck e Caprari faranno le punte esterne, mentre a Kastanos il compito di diventare l'Immobile 2.0.

Una cosa è certa: mancherà l’atletismo tipico delle squadre di Zeman. Il dubbio pre-contrattuale era infatti legato alla voglia di iniziare la stagione con una preparazione estiva dura, così come il boemo ci ha abituati nel corso degli anni, perché “se non c’è qualità, almeno che ci sia la quantità”. Al tipico “inverno zemaniamo”, ovvero quel periodo tra dicembre e gennaio nel quale le squadre del boemo a causa dei carichi di lavoro pesanti hanno sempre avuto difficoltà nell’esprimere il loro gioco, prenderà il posto la “la primavera di Praga”. Il riferimento al periodo storico del 1968 ci sta tutto perché con Zeman è lecito parlare di rivoluzione liberale, seppure in ambito calcistico. Gli effetti sperati saranno quelli di una squadra rivitalizzata nella mente, più che nelle gambe.

E poi c'è la difesa a zona, presa in prestito dall’hockey su ghiaccio, dove la marcatura a uomo non esiste. Le squadre offensive di Zeman in grado di difendere al meglio, avevano tutte come comune denominatore la velocità dei difensori capaci di recuperare nell’uno contro uno. “Difendere in avanti e mai all’indietro”, come unico consiglio. Fino a questo momento la difesa del Pescara è stata la più battuta del campionato con 55 reti e sicuramente non sarà Zeman a dare più certezze ad una retroguardia che nelle ultime due partite ha subito 11 gol. Però il boemo restituirà ai giocatori, ma soprattutto alla città, quella voglia di continuare a lottare. Come due amanti si rincontreranno: il vecchio allenatore sempre cupo e di poche parole ed il Pescara completamente diverso da come l’aveva lasciato. L’unico superstite di quel sogno del 2012 è Gianluca Caprari. Ai tempi era un giovane in prestito dalla Roma che riuscì a ritagliarsi un piccolo spazio, ora è il capitano. Una classifica compromessa non è la giustificazione per non provarci. “Il risultato è casuale, la prestazione no”, bentornata Zemanlandia.

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