Vidal: "Sogno di giocare nel Flamengo. Cresta ossigenata? Per farmi notare da Inzaghi"
Tra il presente all'Inter e il futuro che potrebbe essere in Brasile. Arturo Vidal ha parlato del suo momento in nerazzurro, che lo vede protagonista di una stagione con 33 presenze complessive, ma spesso partendo dalla panchina.
"La cresta ossigenata? L'ho fatto per per cambiare un po', per vedere se l'allenatore mi vedeva di più con questi capelli in allenamento visto che non ho giocato molte partite, quindi volevo cambiare un po' le cose. L'importante è che tutti mi abbiano visto giocare contro il Liverpool e nessuno me lo toglierà", così il 34enne a TNT Sports.
Sulla possibilità di lasciare l'Europa e giocare nel Flamengo, dopo la foto postata nei giorni scorsi sui social con la maglia del club rossonero: "E' un club che mi piace molto, ho molto amore per loro. La maglia che ho mi è stata regalata dal presidente. Questo mi ha riempito cuore. Sogno di giocare lì, non posso negarlo. Quando succederà, ci andrò. Si spera che sia presto, se l'allenatore o la dirigenza mi vogliono ci sarà un riavvicinamento e farò tutto il possibile per arrivarci. Non so se è il momento giusto per lasciare l'Europa, ma se succede il mio obiettivo è molto chiaro: vincere tutto col Flamengo, lottare per la Libertadores, che è un sogno perché è come la Champions in Europa, se vado lì è per continuare a lottare ed essere un giocatore importante. Isla mi ha parlato bene del Flamengo, così come Rafinha e Renato Augusto. Questo mi fa venire voglia di andare. È una squadra competitiva, la migliore del Sud America".
Il cileno ha svelato anche qualche retroscena di mercato: "Conte mi ha chiamato per andare al Chelsea e io al Bayern, ma Ancelotti mi ha detto di no, se avessi cambiato squadra mi avrebbe ucciso". Vidal si è poi soffermato anche sul momento di Sanchez: "Lo vedo bene, felice. Passa chiaramente momenti personali, a lui succede la stessa cosa mia: un giocatore con quel talento deve giocare. È difficile vederlo in panchina con tutto quello che ha fatto e quello che mostra ogni volta che gioca. Ma sono decisioni tecniche in cui non mi intrometto".