Viaggio alla scoperta del Rijeka, la nuova padrona di Croazia: tra storia, talenti, calciomercato e un filo diretto con l’Italia
Fiume
uguale storia. Sinonimo d'impresa. Valore. E di bello, soprattutto.
Perché è automatico pensare a Gabriele D'Annunzio quando si parla
di questa città: dall'occupazione alla questione estetica. Dalla
spasmodica ricerca del piacere al culto della bellezza, già: ma
quelli erano altri tempi. 1919. Quante pagine fa... Adesso, però, 89
anni dopo, la storia ha deciso di tornare in questa città e portare
con sé il pallone: quello del
HNK Rijeka. Che in italiano vuol
dire proprio 'fiume', ma non solo. Vuol dire più, significa una
meravigliosa gioia creata da questa squadra e dai sui giovani
talenti. Perché loro, i ragazzi di
Matjaz Kek, dopo 11
stagioni di supremazia totale della
Dinamo Zagabria nei
confini croati, sono riusciti a vincere campionato e coppa nazionale.
Un doblete, insomma. Anzi, meglio dirlo in lingua originale: "
Dupla
kruna
".
Verso Rijeka e oltre
Sospesi tra montagne e mare. L'ideale per gli assetati di cultura, il posto perfetto per gli affamati di pallone. Come noi, voi. Insieme in questo angolo di paradiso che guarda al futuro, con vista sul grande calcio. E per raccontarvi questa favola, noi di GianlucaDiMarzio.com abbiamo deciso di viaggiare verso la Croazia in compagnia di Igor Budan. La guida perfetta per fotografare questa squadra. Perché Igor, prima di segnare in Serie A, è nato e cresciuto proprio qui: " Adesso una nuova era ha inizio. Questa è la mia città, il posto in cui provo più emozioni ". Ricordi, già. Ora, però, da quelle parti conta solo il presente: " Questa dupla kruna, per la prima volta nella storia, è stata una gioia meravigliosa. Per tutta la Croazia ". Storia, sì, ma soprattutto futuro: un nuovo ciclo, segnato dalla fine del dominio assoluto della Dinamo Zagabria. E allora cinture allacciate, motore acceso e una grande voglia di immergersi nel 'Fiume': tra sapori, storia, risultati e... tanto calciomercato.
Ci si mette in viaggio. Chiacchiere, telefonate continue, trattative (l'estate è addosso, qualcosa si muove) e nord d'est d'Italia attraversato in un battito di ciglia. Ci siamo. ' Dobrodošli', la Croazia ci dà subito il suo benvenuto. Noi gli strizziamo l'occhio e ci sentiamo quasi come se fossimo a casa. Sì, c'è ancora tanta Italia qui: il recente passato abbraccia il presente. Una meraviglia per tutta Fiume, dove il calcio ha finalmente conquistato il paese. 175.486 abitanti in festa. Perché ora la musica della Hrvatska Nogometna Liga ha scelto di cambiare spartito. Adesso, dopo l'egemonia Dinamo, anche questa città rappresenta il calcio nazionale. Grazie al miglior attacco e difesa di tutto il campionato. Con un immenso desiderio di stupire una pazza voglia di cambiare le cose. Innovando. E vincendo. Dinamo staccata e scudetto alzato proprio nel cielo a Zagabria il 27 maggio, dopo aver ipotecato matematicamente la questione alla penultima giornata. Per poi battere nuovamente la Dinamo quattro giorni dopo: Coppa Nazionale, pure. Già, chiamatelo destino. Storico doblete e via a sognare. Senza fermarsi però, continuando il lavoro e programmando la prossima stagione. Perché al Trening kamp HNK Rijeka si pensa già al domani: con l'obiettivo di esportare il proprio potenziale nel resto del continente. Preliminari e obiettivo Europa, magari Champions League: ampliando lo stadio di altri due mila posti per lasciare ancora più spazio a quelle note magiche.
'Krepat ma ne molat'
Terra fertile, Rijeka. Città ricca di valori. Entrando in sede assorbiamo l'onda biancazzurra e veniamo subito catturati da questa frase. Esatto, quella qui sopra: è scritta in croato, vero, ma è così chiara. Semplice. Traducibile anche per chi di questo posto conosce solo il mare e la cucina. Bene, noi vogliamo presentarvi il loro modo di vivere il calcio. ' Mai mollare', nessuna retorica, solo chiara realtà. Quella creata da Gabriele Volpi, l'imprenditore italiano proprietario dello Spezia che nel 2012 ha rilevato il 70% delle quote del Rijeka. Coprendone i debiti e iniettando il capitale giusto per scrivere la storia. Ah, il sign.Volpi ha deciso di avvalersi della collaborazione di Damir Mišković suo socio fiumano negli affari in Africa, tifosissimo del Rijeka e nobile conoscitore dell'ambiente.
Ecco, è proprio Mišković il grande artefice di questo miracolo sportivo. Passione, caparbietà, sentimento e organizzazione: " Quest'anno è stata una sorpresa per tutti. La Dinamo è ancora più forte, certo, ma al top ci siamo arrivati noi: è il sogno più bello della mia vita ". Ambizione. E voglia di condividere con l'Europa il proprio potenziale. Festeggiando, anche: dopo ogni vittoria, infatti, allo Stadion HNK Rijeka si gioisce con i fuochi d'artificio. Una passione del presidente per manifestare il suo amore.
Modello Italia
L'azzurro qui non manca. Negli ultimi anni Rijeka e Spezia
hanno lavorato in simbiosi. E proprio dalla Liguria sono transitati
alcuni dei protagonisti del titolo, dal terzino macedone
Stefan
Ristovski
all'esterno destro Marko Vesovic. In mezzo al
campo, poi, anche
Josip Mišić - uno dei fari del 4-2-3-1
targato Kek - è reduce da una stagione nella nostra Serie B. E anche
la difesa, quest'anno più ordinata tatticamente, ha convogliato in
sé tutta la meticolosità italiana: da
Dario Zuparic, che nel
CV vanta 3 stagioni al Pescara, all'altro centrale
Josip Elez,
in prestito con diritto di riscatto dalla Lazio.
Ma il progetto non passa solo dal campo. Di mezzo c'è "tutta l'attività logistica e la gestione delle infrastrutture. Senza dimenticare il vento di passione e le novità portate da Volpi e sopratutto Mišković ", parola di Vlado Čohar - il direttore generale del club. “Perché se la struttura della Dinamo Zagabria, col suo progetto in corso da vent'anni, consente loro di lanciare almeno due giocatori del settore giovanile a stagione, beh: noi non possiamo permettercelo ". Perché la forza del Rijeka, al contrario, è quella di rivitalizzare giocatori già maturi ma allo stesso tempo in ombra e con poche possibilità di vetrina . Emblematica in ciò è stata la creazione di Andrej Kramarić, fino ai giocatori del presente. E allora non ci resta che scoprire assieme i talenti della nuova padrone di Croazia.
E adesso...calciomercato
Rivitalizzare, rinnovare, costruire e poi esportare. E poco importa il budget: perché qui, a Rijeka, si dà valore all’essenziale. Step by step. Innovando. “ Il nostro è il primo cambiamento di propriet à riuscito in Croazia ”. Dalla municipalità alla privatizzazione del club. E se la Dinamo fabbrica da zero i suoi talenti, a Fiume – oltre al focus verso l’Academy – pensano a far risorgere i giocatori. Trasformandoli in prospetti appetibili agli altri campionati. Ed ecco le ultime magie riuscite a Matjaz Kek, l’allenatore sloveno alla guida del Rijeka dal 2013: un'escalation verticale, contando gli ultimi due secondi posti consecutivi. E ora la vittoria, la dupla kruna, grazie soprattutto a questi gioielli da esportare:
La metamorfosi di Andrijasevic
Franko è l’araba fenice del Rijeka. Una meravigliosa sorpresa segnata da un incredibile rinascita. E qui il concetto della rivitalizzazione fiumana passa forte e chiaro: Andrijasevic, da prodotto di scarto della Dinamo Zagabria nel 2014/15, è stato uno dei trascinatori del Rijeka. Con 15 gol e cinque assist, questo trequartista di 189 centimetri nel 4-2-3-1 di Kek ha infiammato spesso lo stadio Rujevica . Preziosissimo anche nel confezionare palloni e mandare in doppia cifra la punta Alexander Gorgon, Roman Bezjak (attaccante sloveno in prestito dal Darmstad) e Mario Gavranović. Andrijasevic, classe 1991, potrebbe però lasciare il Rijeka dopo una sola stagione: a gennaio per lui è stata rifiutata un’offerta dalla Cina, e in estate? Da segnalare l’interesse dello Standard Liegi, per questo trequartista forgiato dalla rivitalizzazione fiuamana.
Innamorarsi di Bradarić
E qui viene il bello. Sì, Filip Bradarić è il gioiello di Rijeka. Da Spalato a Fiume nel 2015 per 600 mila euro, oggi già pronto al grande salto di qualità. Parola d’obbligo quando si parla di questo classe 1992: elegante regista e farlo luminoso della formazione di Kek. Bello da vedere col suo destro, preciso negli inserimenti e autore di sei assist in stagione. Perché dopo le cessioni di Kramaric e Mitrovic, potrebbe essere proprio lui il prossimo diamante prezioso da esportare all’estero. A gennaio ci provò il West Bromwich Albion, ma il desiderio di vittoria del Rijeka stoppò sul nascere la trattativa. Altra storia ora, col Bologna pronto a spalancargli le porte della Serie A. Passione e voglia di brillare sempre di più, tra calcio e una famiglia di sportivi. Il fratello di Filip, infatti, è stato un prospetto del tennis mondiale, purtroppo fermato per colpa di tre mononucleosi. Oggi, però, è diventato allenatore e coach di Mirjana Lulic, giocatrice portata al 21 posto del ranking WTA. Dalla pallina al pallone, quello di Bradarić: l’oro di Rijeka.
Gli
altri prospetti
Di roba buona ce n’è eccome. Di fianco a Bradarić gioca un ragazzo già passato dall’Italia: Josip Misic , centrocampista classe 1994 in prestito l’anno scorso allo Spezia. Un ragazzo in tanti aspetti simili a Filip, ma forse meno regista e più mezzala. Anche per lui le sirene del mercato suonano forte, ma quest’anno dovrebbe rimanere a Rijeka. Discorso diverso per un altro ex spezzino, Stefan Ristovski , terzino macedone classe 1992 passato in prestito anche da Parma, Frosinone, Crotone, Bari e Latina. Ora? Dalla Turchia offrono intorno ai 2 milioni, e così l’ennesima esportazione potrebbe coinvolgere anche lui. In Germania invece, dallo Schalke, fanno sul serio per Josip Elez : difensore centrale in prestito con diritto di riscatto dalla Lazio. Un colosso, capace anche di giocare da regista e autore di una ricca stagione impreziosita da 4 assist e due gol. In porta invece Prskalo è stata una garanzia assoluta: una scommessa vinta dopo la partenza Vargić alla Lazio.
“Dalla Bundesliga alla Premier League, ma soprattutto tanta Serie A”: perché fuori dalla Croazia, adesso, guardano dritti in casa del Rijeka ”. Il presidente Damir Mišković ci saluta così, rinnovandoci l’invito per il secondo turno preliminare di Champions League. Magari dopo qualche cessione ma con nuovi giocatori da trasformare in diamanti preziosi: perché Fiume fa rima con storia, quella del Rijeka.
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