L'EuroVerona sogna in grande, il capolavoro di Juric e D'Amico
“Vedremo un Verona da battaglia per raggiungere la salvezza”. Una dichiarazione dello scorso settembre, che letta ora fa sorridere. Obiettivi minimali, step dopo step, per non rimanere delusi in caso di fallimento. O almeno così dichiarano dalle parti del Bentegodi, quando in realtà sanno di avere nelle corde qualcosa in più.
Ma forse questa volta non se lo aspettavano neanche loro di ritrovarsi così su, a soli tre punti dall’Europa League se il Napoli questa sera dovesse perdere contro l’Atalanta (Hellas ottavo a -1 dal Milan). Forse l’unico a crederci davvero era Tony D’Amico, il direttore sportivo più giovane della Serie A (40 anni), uno dei pochi a credere fin da subito nell'impresa, e che ha costruito tassello dopo tassello la rosa affidata a un’altra sua scommessa vinta, Ivan Juric.
L'inizio della scalata
Tutto nasce nel 2016, quando D’Amico viene inserito nello scouting dell’ex ds Fusco, che avrà l’occasione di sostituire quando quest’ultimo passerà alla Juventus. Il compito affidato al nuovo direttore sportivo è subito complicato: risollevare la squadra dopo la retrocessione in Serie B.
Il coraggio di rischiare andando all’in a volte ti premia. Via Fabio Grosso dopo un’annata altalenante, dentro Aglietti a due giornate dalla fine del campionato. Risultato? Un piazzamento nei playoff conquistato negli ultimi 90 minuti a disposizione e vittoria nella finale contro il Cittadella.
La campagna acquisti
La decisione di mandare via Aglietti, dopo solo sette partite e dopo una promozione conquistata, non è stata facile, ma non si può dire che non sia stata vincente. Squadra affidata al “Mago” Juric, con il quale il DS lavora giorno e notte.
Rrhamani, Amrabat, Verre, Pessina, Faraoni, Verre, Salcedo e il gioiellino Kumbulla, cresciuto nelle giovanili gialloblù. Una campagna acquisti di assoluto valore, basata su prestiti e giocatori a parametro zero. Spesa totale? 5 milioni. E i primi due sono stati già venduti, uno al Napoli per 14 milioni, l’altro alla Fiorentina per 20 milioni più bonus. Kumbulla, invece, è richiesto dalla Lazio di Inzaghi. L'Hellas è pronto a godersi un'altra plusvalenza.
I maestri di Juric
Coralità, intesa, perfetta armonia di squadra data da Ivan Juric, il condottiero gialloblù. Uno dei suoi maestri è stato un altro allenatore che sta compiendo un miracolo con la sua Atalanta, Gian Piero Gasperini, che lo aveva allenato ai tempi del Genoa.
L’altro, invece, si trova oltreoceano. Phil Jackson, uno dei più grandi allenatori nella storia del basket americano, vincitore di 11 anelli NBA da capo coach (mai nessuno come lui). Inventò l’attacco a triangolo, facendo ruotare i giocatori offensivi e tenendo dietro quelli più alti, così da non dare punti di riferimento all’avversario. Juric lo ha applicato al calcio, con i suoi giocatori in costante movimento.
La coralità, quella a cui si faceva riferimento prima. Perché se è vero che il settimo posto sarebbe già un enorme successo, a Verona non vogliono accontentarsi. Dopo aver battuto la Juventus di Cristiano Ronaldo da neopromossa, la squadra gialloblù vuole affacciarsi in Europa, 32 anni dopo l’ultima volta.
di Andrea Campioni