Verdi incontra Mozart: la sinfonia dell’esterno azzurro che vuole convincere Ancelotti
Con quel cognome così, nella città che diede i natali ad uno dei più grandi compositori di sempre. Verdi incontra Mozart, ma si tratta di Simone e del Salisburgo di Marco Rose, una squadra che avrebbe bisogno anche del vigore delle musiche di Wolfgang Amadeus giovedì sera per risollevare le speranze di passaggio del turno. In Austria il Napoli di Carlo Ancelotti dovrà difendere il risultato maturato all’andata: il 3-0 del San Paolo della scorsa settimana non fa dormire sonni tranquilli, ma regala di certo comodità ad una squadra che vorrà trovare la via del gol almeno una volta per staccare il pass verso i quarti di finale del torneo.
IL GRANDE RIFIUTO
Sarà difficile vedere in campo lui, l’uomo che avrebbe dovuto risollevare le sorti del Napoli di un anno fa e che invece si trova sempre più in difficoltà in azzurro. Simone Verdi era arrivato in città con sei mesi di ritardo: prima il gran rifiuto del gennaio 2018, con la squadra di Maurizio Sarri in piena lotta scudetto, poi l’approdo al nuovo Napoli di Ancelotti la scorsa estate. Poche presenze, venti in campionato, pochissime da titolare, appena sei. E la sensazione di essere un pesce fuor d’acqua in un progetto che, per bocca dello stesso Ancelotti, non vedrà rimandati al termine della stagione: promossi o bocciati. E Verdi, al momento, sembra essere nella seconda sezione.
IL PESO DEL MERCATO
I 25 milioni investiti dal club di Aurelio De Laurentiis sette mesi fa per prelevarlo dal Bologna sembrano pesare ogni giorno di più, ma sull’esterno di scuola Milan è la croce tattica a pendere come un macigno. Inseguito dal Napoli di Sarri perché perfetto in chiave 4-3-3, il 4-4-2 di stampo ancelottiano con cui il Napoli ha giocato questa prima stagione del nuovo corso non sembra metterlo a proprio agio: impiegato costantemente da esterno a sinistra, Simone svolge con difficoltà i compiti difensivi e non ha lo spazio giusto offensivamente per lasciare il segno come fatto vedere in Emilia negli ultimi campionati. Risultato: presenze col contagocce, solo tre gol in stagione (uno su rigore) e tante insufficienze in pagella.
TURISTA DELLA “SUA” CITTÁ
Un caso raro quello di Simone Verdi, uno dei pochi calciatori visti da queste parti capace di ambientarsi a Napoli ma di non ritrovarsi nel Napoli. Da quando è arrivato in città gira per le vie del centro come fosse un turista qualsiasi. Con la compagna Laura sempre al suo fianco, Verdi si è lasciato andare agli odori e ai sapori del Centro Storico, fotografa dall’alto di San Martino il profilo della città, si gode il golfo di Marechiaro con al seguito la famiglia. Quando amici e familiari vengono a trovarlo a Napoli fa da Cicerone e non perde occasione per elogiarla: “Questa città è qualcosa di particolare, se non la vivi non puoi capirlo”, ha ripetuto più volte. Peccato che dentro il terreno di gioco Simone non si diverta a vivere come all’esterno, schiacciato dalla concorrenza e da quei guai fisici che ne hanno condizionato l’inizio di annata. C’è ancora tempo per prendersi la riconferma in questo Napoli: come il Verdi musicista aveva composto il “Don Carlo”, il Verdi calciatore dovrà vedersela con Carletto. E magari convincerlo già nella città che fu di Mozart, senza requiem ma con un flauto magico che possa cambiare la sua stagione.
A cura di Gennaro Arpaia
Google Privacy