Polonia, VAR surreale: William Remy espulso... due volte!

"Episodio condizionante, ma è il regolamento", ha dichiarato Leonardo Semplici al termine della partita contro la Fiorentina. Passare dal 2-1 all'1-4 in seguito all'intervento del VAR non è bastato a far perdere all'allenatore della Spal il suo impeccabile aplomb: Semplici è stato oggettivo, per vederlo scomporsi ce ne vuole.

Chissà però cosa sarebbe successo nel post-partita se, anziché sedere sulla panchina dei biancazzurri, ieri pomeriggio Leonardo si fosse trovato ad allenare il Legia Varsavia, in una domenica come le altre del campionato polacco. Fatta eccezione per un determinato episodio, frutto... del regolamento, appunto.

Al 74esimo minuto del match contro il Cracovia (l'ex squadra di Piatek), infatti, tra le file del Legia è successo qualcosa di totalmente inedito. Con i suoi già sotto 0-2, il francese William Remy ha perso la testa, rifilando un pestone gratuito all'avversario Javi Hernandez (autore dei due gol del Cracovia). E qui accade qualcosa di originariamente incomprensibile: l'arbitro Piotr Lasyk interviene, sventolando l'inevitabile secondo giallo al difensore del Legia.




Il gioco però non riprende: Lasyk ha dei dubbi sulla sua decisione e vuole la VAR review. Passa qualche minuto, nel frattempo Remy è già rientrato negli spogliatoi: l'arbitro fa segno di richiamarlo, incoraggiando i 24mila del Wojska Polskiego di Varsavia che ormai confidano in un ripensamento.

Remy torna in campo di corsa, l'arbitro fa segno che il secondo giallo non è valido e...rosso diretto! Quando ormai l'incredulo giocatore si apprestava a riprendere posizione... Sorriso ironico di William, stupore dei telecronisti, rabbia del pubblico. Teatro dell'assurdo? Eppure, Lasyk ha agito in modo formalmente corretto: se il giallo porta all'espulsione, l'intervento del VAR è lecito e, appurata la volontarietà del fallo, il rosso diretto (che porterebbe a una squalifica più pesante) in questo caso sembra più appropriato.

Questione di regolamento, direbbe Semplici: da Ferrara a Varsavia, episodi estremi dell'epoca VAR a cui forse ci dovremo abituare.



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