Un gol nella storia, il capolavoro con la Spal: il ds Vagnati e una storia che parte da Napoli
Dodici anni fa l’episodio che resterà nella storia sua e della Massese. La squadra toscana, neopromossa in C1, aveva inflitto al Napoli la seconda sconfitta in campionato (in totale saranno quattro) e l’aveva fatto con una rovesciata che per anni in molti faranno fatica a dimenticare. Su quel pallone c’era andato Davide Vagnati, prima centrocampista di belle speranze formato dalla Sampdoria, poi calciatore esperto della categoria, leader di un gruppo che centrerà la salvezza per due stagioni di fila.
Al minuto 26, Vagnati non ci aveva pensato due volte: cross dalla sinistra, colpo di testa di Rossi e rovesciata vincente. Iezzo, incolpevole, si rialza a braccia larghe. “Quel gol al Napoli me lo ricordano tutti, sempre: è stato l’apice della mia carriera di giocatore. Un momento bello, importante” ammetterà poi qualche anno più tardi.
Nel frattempo, Vagnati aveva chiuso la sua carriera senza lasciare il calcio, indossando i panni più adatti ad un Direttore sportivo. Glielo avevano predetto in tanti quel futuro, ma fu la sorte a decidere: quando nel 2013 la Giacomense, squadra con cui ha chiuso la carriera, e la Spal si sono unite il passaggio è stato quasi naturale. A favorire il tutto fu il presidente Mattioli che ci aveva visto giusto e oggi ancora lo tiene al suo fianco.
Dalla rovesciata di Massa al San Paolo, però, il passo è ormai breve: sabato, Vagnati ritroverà quell’azzurro che in carriera gli ha portato bene, in una partita che avrà due diverse chiavi di lettura: da una parte la squadra di Ancelotti che vuole continuare la striscia vincente e proverà a non perdere ulteriore terreno dalla Juve, dall’altra una Spal partita a razzo quest’anno e che lotta per la salvezza trascinata ancora dalla guida di Semplici.
Due promozioni di fila e il lavoro che paga. Così, dai campi della Lega Pro, Vagnati e la neonata Spal si ritrovano nuovamente in Serie A, là dove la storia del club era già passata. Stavolta, però, la sorte c’entra poco, perché la scelte del Ds sono chiare, precise, soprattutto vincenti. Su tutte, proprio quella di Leonardo Semplici. I due si erano incrociati alla Massese e quando è arrivato il momento della scelta il dirigente 40enne non ha avuto dubbi. “È la persona giusta” aveva detto a Mattioli e così è stato. All’allenatore toscano, subentrato in corsa nel 2014, è bastato poco per la prima promozione, un anno di passaggio in B e poi i grandi palcoscenici della A, ma la strada per il successo non è stata priva di ostacoli.
Dopo aver puntato su di lui, Vagnati l’ha difeso dopo la protesta del tifo spallino nel dicembre del 2014, con le forze dell’ordine costrette a scortare i due a seguito di una sconfitta contro la Carrarese. Non si è arreso il Ds e ha mostrato il sorriso quando i fatti gli hanno dato ragione: “Da quando è arrivato in Lega Pro ha fatto un lavoro straordinario che è sotto gli occhi di tutti. L’ho voluto portare a Ferrara perché la proprietà ha sempre voluto puntare sui giovani e Semplici è l’allenatore giusto per farlo” ha detto qualche mese fa. Un rapporto stretto che trova l’ennesima soddisfazione la scorsa estate: salvezza e poi rinnovo contrattuale per l’allenatore.
"Rimane perché voleva la Spal e non perché gli sono mancate le alternative”, dirà con il sorriso Vagnati, anche lui rimasto a Ferrara nonostante la corte di altre squadre in Serie A. Sabato, Semplici sarà in panchina a Fuorigrotta per la seconda volta, ma prima di scendere in campo parlerà sicuramente con l’amico Vagnati. Lui sa già come si batte il Napoli.
A cura di Gennaro Arpaia