United, dove sei finito? Dalla delusione van Gaal alla nostalgia di Sir Alex: storia di un declino Red Devils
United, where are you? Domanda ricorrente in quel di Manchester, sponda Red Devils. Nessuno, però, ha saputo trovare ancora la risposta giusta. Crisi nera, totale, assoluta. I diavoli rossi sono spariti, risucchiati da un vortice oscuro e profondo. Da circa 3 anni non se ne hanno più notizie, dal 2013 0 titoli e poche soddisfazioni. Tutto questo fa male, anzi malissimo. Specie per chi, negli ultimi decenni, ha potuto ammirare le gesta di fuoriclasse geniali e indimenticabili. Le magie di Best, Cantona o Beckham, i gol di van Nistelrooy, il talento cristallino di Giggs e Cristiano Ronaldo, o anche il cuore guerriero della coppia Scholes-Roy Keane. Ricordi, soltanto ricordi. Lontani, distanti, cristallizzati in un passato meraviglioso che non tornerà mai più.
Il pensiero, ovviamente, vola subito a quell’uomo scozzese, sulla settantina, storia vivente non solo di questo club, ma di tutto il calcio mondiale. Ah, brutta malattia la nostalgia. Ricordate? Occhialetto appannato, guance rosse dalla tensione, chewing gum in bocca e via a guidare i suoi ragazzi alla conquista del pianeta. Vittorie su vittorie, trofei su trofei, ma soprattutto la consapevolezza di essere grandi anche nelle sconfitte. Simply the best, semplicemente Sir Alex Ferguson. Oggi, il vederlo appollaiato e infreddolito in tribuna, è una coltellata letale, fonte di tristezza infinita. Scuote la testa Ferguson, incapace di riconoscere quella che, un tempo, era la sua meravigliosa creatura.
Prima David Moyes, poi Louis van Gaal. Risultato? Un disastro. Nessuno ha saputo raccogliere il testimone di un’eredità pesantissima, ma straordinariamente speciale. Fallimentare la gestione dell’ex Everton; ancor peggiore, se possibile, quella dell’allenatore olandese. Già, delusione vera van Gaal. Investimenti folli, milioni sperperati inutilmente sul mercato, scelte sbagliate nei momenti sbagliati. Si, certo, ragioni plausibili. Ma c’è di più, molto di più. Lo United sembra aver perso l’anima, l’essenza di sé stesso. Squadra lenta, compassata, noiosa. Come se i ‘diavoli rossi’ si fossero improvvisamente trasformati in corpi celestiali, spiriti candidi incapaci di far male agli avversari. Nessuno spunto, nessun’azione in grado di accendere un Old Trafford piombato in un silenzio assordante. Umiliato, il ‘Teatro dei sogni’, anche ieri notte. Dai rivali più odiati, per lo più, proprio quel Liverpool che tante volte aveva dovuto chinare la testa dinanzi allo strapotere dei Red Devils. Per il terzo anno consecutivo, invece, nessun sorriso, soltanto amarezza. Fuori dall’Europa League – dopo la clamorosa eliminazione in Champions- addirittura sesti in Premier League, a -4 dal quarto posto occupato dai cugini del City. Si, è vero, c’è ancora da giocare il replay di FA Cup con il West Ham. A Boleyn Ground, però, non sarà affatto una passeggiata, almeno per questa formazione.
E i tifosi? Arrabbiati, ma con le idee chiare. Basta farsi un giro sui social, abbastanza semplice cogliere il pensiero comune. #LvGOut, facile da capire no? Hasthag dominante, chiaro sintomo della volontà popolare di voltare pagina e ricominciare. “Glory, glory Man United”, inno d'amore che vuol tornare a rimbombare ad Old Trafford. C’è da fermare questo declino inarrestabile, il più in fretta possibile. Sullo sfondo, intanto, s’intravede colui che potrebbe essere, davvero, l’uomo della svolta. Nazionalità portoghese, soprannome “Special One”, erede prediletto di Sir-Alex. Vi ricorda qualcuno? Beh, staremo a vedere...
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