Un “caballo loco” con l’Inter nel destino: ecco Cancelo, un terzino a tutta fascia per Spalletti

cancelo

Giro di campo, braccia al cielo e lacrime a rigargli il viso. Ricordi, sensazioni, flashback. Tutto nel giro di pochi minuti, giusto il tempo di ringraziare per l’ultima volta i suoi tifosi. Commosso. E’ stato questo l’ultimo saluto di João Cancelo al Mestalla, che ha risposto tributandogli una standing ovation. Dagli spalti si è alzato un coro chiaro, nitido: “Cancelo, Cancelo, Cancelo”. Dimostrazioni d’affetto reciproco. Immagini rare, ormai quasi inedite. Eppure eccolo lì, al centro del campo, confortato dai suoi (ormai ex) compagni. Evidentemente per il terzino portoghese non sarà facile dimenticare tre anni di Valencia. E pensare che appena qualche mese fa era stato invitato ad andarsene dal suo stadio nella vittoria per 3-0 con il Deportivo La Coruña. Colpa di un’esultanza polemica mal interpretata. Acqua passata, rapporto ricucito. Ora però è già tempo di saluti. Perché per Cancelo è ora di cambiare aria. Destinazione Inter: destino incrociato con Kondogbia, che ha fatto il percorso inverso, sempre in prestito.

L’inter nel destino

E pensare che il terzino portoghese all’Inter sarebbe potuto passare già molti anni fa, quando aveva appena iniziato ad indossare la maglia del Benfica. Appena 14 anni, già un grande talento. Ci misero poco gli osservatori del club di Lisbona ad accorgersene. Un provino durato pochi minuti e la firma sul primo contratto. Roba da predestinati. Fu proprio allora che l’Inter s’interessò al ragazzo, tramite l’osservatore Casiraghi. Alla fine però non se ne fece nulla e la carriera di Cancelo proseguì nel Benfica. Prima la Primavera, poi la squadra B. Non tragga però in inganno quella consonante, perché in quella rosa giocava gente destinata a fare grandi cose. Qualche nome? Andrè Gomes, Ivan Cavaleiro e Bernardo Silva. Tutti poi rivenduti a cifre importanti. Stesso destino è toccato a Cancelo, che dopo aver disputato la sua prima ed unica partita con la prima squadra è stato acquistato dal Valencia nell’estate del 2014 per 15 milioni. Svolta importante nella vita di un ragazzo che appena un anno prima aveva rischiato di perderla. Colpa di un incidente stradale che gli ha portato via la madre, nel peggiore dei modi. Ferita ancora aperta, inevitabile. Una frase lo accompagna sempre: “In ogni passo della mia vita so che avrò sempre mia mamma accanto, è nel mio cuore". Indelebile. Anche sui suoi scarpini, su cui ha fatto incidere queste parole “Mommy bless me”.

Come gioca Cancelo?

Terzino a tutta fascia, tratti distintivi? Corsa, tecnica e capacità d’inserimento. Una spinta perpetua. Non a casa in Spagna lo chiamano “caballo loco”. Premessa: ama molto più attaccare, è nel suo DNA. Da sempre. Basta guardare la scorsa stagione, quando Voro lo ha impiegato anche come ala offensiva nel 4-2-3-1. Curiosità: alle sue spalle giocava una vecchia conoscenza nerazzurra come Martin Montoya, passato sei mesi sotto la gestione Mancini e andato via in silenzio. Giovane (classe ’94), ma già esperienza da vendere, anche in campo europeo. 78 presenze con il Valencia, dove è quasi sempre stato impiegato da titolare. Sta iniziando ad imporsi anche con il Portogallo: dopo tutta la trafila nelle giovanili ha esordito con la nazionale maggiore il 1 settembre 2016. Cinque presenze e tre gol: partenza mica male… Abilità nel dribbling e velocità da centometrista, tanto da poter essere impiegato anche come esterno alto. Difetti? La poca propensione alla fase difensiva, una dinamica a cui deve abituarsi in fretta vista il tatticismo del campionato italiano. Giocatore duttile e di qualità, sul quale Spalletti potrà lavorare per rendere più pungente la manovra nerazzurra. Cancelo da una parte, Dalbert dall’altra: l’Inter ha messo le ali, ora non resta altro che spiccare il volo.

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