Ujkani racconta: "Io, il mio Kosovo e Gattuso. La mia estate folle, giorni senza dormire... ora finalmente la felicità"

First match, first goal, first point. Un tweet dice tutto, anche in meno di 140 caratteri. Eppure c'è chi, per il primo storico punto del Kosovo alle qualificazioni mondiali, ne vorrebbe usare molti di più di caratteri. E in fondo un cinguettio non basterebbe neppure per raccontare una vigilia così particolare. "Una settimana fa non avevamo neanche i giocatori per scendere in campo, il mio permesso dalla FIFA è arrivato ieri alle 15.30. E alle 21 c'era la partita", racconta Samir Ujkani a GianlucaDiMarzio.com. La voce ancora trema per l'emozione, le gambe neanche a dirlo. Stanche, per la partita e per il ritorno. Helsinki-Roma con la tuta del Kosovo addosso ed il primo storico punto nella borsa, poi dritto verso Terni. Ritiro del Pisa, ad attenderlo c'è il recupero della prima di campionato. “E 5 giorni senza dormire…”. Perché? “Per lo stress, è stata una vigilia molto particolare. Sempre in attesa del permesso per poter giocare… E quella era la domanda che ci facevano tutti i giornalisti: ‘E’ arrivato?’”.Alla fine sì, in extremis. Ma in tempo per regalare a Samir quello che, davvero, “è sempre stato un sogno, soltanto dieci anni fa era impossibile anche solo pensare di essere avventati a fare le qualificazioni mondiali. Adesso tutto questo è realtà”. Il telefono vibra ancora in sottofondo, non ha mai smesso di farlo praticamente. SMS e Whatsapp, uno dopo l’altro. Chi è? “Sto ricevendo tantissimi messaggi, già da prima la partita. Poi a casa c’era tutto il nostro popolo che viveva questo momento e siamo orgogliosi di aver regalato al Kosovo questo punto storico”. Compagni? Allenatori? Il messaggio più bello? “Non saprei da dove iniziare, ne ho ricevuti davvero tanti”. Anche da Gattuso? “Sì, prima della partita. Mi ha chiesto del permesso, sapeva che lo stavo aspettando e che ancora non era arrivato”.  L’SMS di Gattuso non è tra quelli “normali”. Per mille motivi. Tra questi, un’estate surreale in cui il Pisa ha rischiato di sparire di nuovo: “E’ stata veramente una follia, per fortuna qua c’è un gruppo forte che ha saputo resistere. Non è stato facile quel mese infinito senza Gattuso, ma ci abbiamo sempre creduto”. Ujkani a Pisa ci era andato proprio per lui, per Ringhio. Lo aveva chiamato e lo aveva convinto a sposare un progetto che poi, per 32 giorni, è scomparso: “Ci telefonava tutti i giorni, ci chiedeva di aspettare qualche giorno e di tenere duro”. E la vittoria con il Novara come la vive chi, poche ore dopo, avrebbe esordito col Kosovo nelle qualificazioni mondiali? “E’ stata una domenica davvero stressante per me. Non dormivo da giorni, guardavo in streaming il Pisa dalla camera di albergo. E soffrivo con i miei compagni. Quando Cardelli, che in ritiro è il mio compagno di stanza, ha fatto quel miracolo nel finale, mi sono emozionato davvero. Abbiamo sofferto insieme un mese, io e lui in silenzio e a denti stretti a lavorare senza staff, senza preparatore dei portieri. Solo noi due, insieme. Ci siamo fatti da maestro a vicenda, gli ho subito scritto per fargli i complimenti”. E 24 ore dopo,… Finlandia-Kosovo: “In 4 giorni mi si è aperto il mondo, i giorni più felici della mia vita. Prima la situazione societaria del Pisa che si è sbloccata, poi la vittoria dei miei compagni contro il Novara. E ancora il permesso arrivato in tempo ed il primo punto con il Kosovo. Questa sarà una maglia che conserverò per sempre, non la darò mai a nessuno”. L’emozione di vivere per il proprio Paese Samir la trasmette benissimo. Non solo a chi glielo chiede incuriosito, ma disinteressato. La sua è un’opera “alla De Biasi”, di convincimento e di ricerca di possibili nuovi compagni: “Ho parlato con tanti e ho dato la mia impressione. C’è chi ha detto di no e chi ha scelto di venire a giocare per il Kosovo. Chi lo ha fatto mi ha detto: ‘Ora ti capisco, capisco perché sei un uomo felice’. Perché le partite le senti, le vivi in maniera diversa. Poi ognuno fa la sua scelta, ma noi aspettiamo tutti qui a giocare con noi. E in Kosovo abbiamo tantissimi talenti pronti a sbocciare”. Samir, ultima cosa. Kosovo ai Mondiali o Pisa ai playoff: “Entrambi. E se centriamo davvero i playoff mi rado a zero. E rado anche Gattuso”, che forse è peggio. Per un fioretto bastano 140 caratteri, per le emozioni di un punto storico no. Ne servono molti di più, ma per Samir Ujkani va benissimo così.

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