Udinese, il silenzioso addio di Gotti: tra salvezze, plusvalenze e nuovi talenti
Era iniziata con una vittoria per 3-1 al Ferraris con il Genoa ed è finita con una sconfitta per 3-1 al Castellani. Dopo 87 partite sulla panchina bianconera, Luca Gotti non è più l’allenatore dell’Udinese.
Alla prima avventura in panchina, se ne va quello che è stato il terzo allenatore più longevo dal 2000 in poi dell’era Pozzo, dopo Guidolin e Spalletti. Paradossi di un uomo che aveva conquistato grazie alla sua signorilità, quando all’inizio non sembrava neanche convinto di voler fare l’allenatore. Dopo le esperienze come vice di Donadoni e Sarri, il 54enne di Adria era subentrato a Tudor nel 2019 e aveva saputo trasmettere compattezza alla squadra, riuscendo ad ottenere due salvezze tranquille, nonostante i tanti infortuni nel reparto offensivo di Okaka, Deulofeu e Pussetto.
"Rodrigo è come se fosse il mio terzo figlio"
Laureato in Pedagogia e Scienze Motorie, l’Udinese con Gotti ha saputo valorizzare Musso e De Paul, che oggi giocano la Champions. “Rodrigo insieme ad Alessandra e Benedetta è il mio terzo figlio. È un ragazzo di grandissima maturità, che legge bene le situazioni. Rispetto alle occasioni che gli erano offerte dal mercato ha fatto scelte anche di famiglia, a Udine sta bene, la moglie era incinta e quindi ha fatto un altro anno a Udine”, aveva detto dopo la vittoria sul Bologna nella scorsa stagione riferendosi al centrocampista dell’Atletico. Un feeling con i giocatori che era maturato non solo con i titolari.
Ne è un esempio Forestieri. “In quell’abbraccio c'è la frustrazione perché non l'ho fatto partire dall'inizio e non gli ho fatto fare più minuti, ma lui è entrato e si è messo a disposizione: c'è tanto del nostro passato comune insieme", aveva dichiarato dopo il pareggio in extremis con la Lazio.
Oltre a loro c’è anche Nahuel Molina. L’ex Boca Juniors si è preso un posto sulla fascia destra nella passata stagione, con il conseguente spostamento di Stryger Larsen a sinistra.
Valorizzazione e plusvalenze
Rapporto speciale con gli argentini. Gotti li ha fatti crescere e valorizzati all’Udinese, regalandogli un ruolo da protagonisti in Nazionale. La vittoria della Coppa America questa estate è stata la ciliegina sulla torta, soprattutto per Musso e De Paul, di un percorso portato a termine con la maglia bianconera. Le loro cessioni hanno portato nelle casse dell’Udinese 55 milioni di euro, che diventano quasi 70 se aggiungiamo anche la valorizzazione (e cessione) di altri calciatori come Fofana.
Plusvalenze e incassi che a Udine non si vedevano da tempo. Ma senza vessilli e fanfare, o pretese in sede di calciomercato. Sempre con la testa bassa sul campo. Valorizzando chi veniva acquistato, come quel Beto, arrivato l’ultimo giorno di mercato e diventato in pochi mesi il nuovo gioiello bianconero. 7 milioni più bonus è stata la cifra sborsata dal club bianconero per l'ex Portimonense e il suo valore è già triplicato grazie ai 7 gol in 14 presenze realizzati in questo inizio di campionato.
Gotti da alcune settimane aveva iniziato a lavorare anche a un cambio tattico, dal 3-5-2 al 4-2-3-1. Una rivoluzione che rimarrà incompleta a causa di un esonero arrivato, forse, troppo presto.