Lotta e coraggio: Udinese, la cura Tudor funziona
Tudor si presenta in conferenza stampa dopo Udinese-Empoli con ancora una buona dose di adrenalina in corpo. Chiarisce subito l'atteggiamento che i suoi dovranno tenere nelle prossime gare: “E’ importante dare sempre l’anima e poi alzare la mano per essere cambiati se non ne hai più”. L’ex difensore della Juventus guarda già al futuro, in perfetto stile da combattente nato: “Già da domani in allenamento si andrà a mille”. Lo dice con il sorriso stampato in faccia, consapevole di aver preso a braccetto questa squadra. Le domande, dopo quelle di rito sulla prestazione, sono finite. Ma il croato attende qualche secondo nel silenzio generale prima di alzarsi, speranzoso di riceverne una in più per poter parlare ancora dell’Udinese a sua immagine e somiglianza.
L’Aquila gialla che si erge dalla curva nord della Dacia Arena prima del fischio d’inizio sembra urlare insieme ai tifosi che la sorreggono una sola cosa: “coraggio”. E’ quello che ci vuole in una partita fondamentale in chiave salvezza come quella contro l’Empoli. L’atmosfera allo stadio è vibrante e i cori di incitamento si susseguono senza sosta anche durante il riscaldamento. I decibel sono alti e il calore del pubblico fa pensare più ad una finale che a una partita di campionato. Le squadre non sono ancora scese in campo e lo stadio è già una bolgia. Lo sarà per tutti i 90 minuti. E le urla di gioia per i 3 gol dell’Udinese potrebbero essersi sentite anche a Trieste.
La partita termina con la vittoria dei friulani sull’Empoli. La scena se la prende Tudor, che a fine gara cerca ogni singolo calciatore e componente dello staff. Riserva ad ognuno un lungo abbraccio seguito da qualche complimento o una pacca sulla spalla. Vorrebbe godersi questa vittoria sul campo per un’eternità. Devono quasi prenderlo a forza per farlo rientrare negli spogliatoi. Si sente felice e sente la fiducia dell’ambiente. In neanche venti giorni di lavoro ha conquistato tutto e tutti. Ma soprattutto ha conquistato 7 punti in 3 partite.
I giocatori si fidano delle sue scelte e sono rimasti rapiti dalla sua grinta, quasi fosse ancora lì, a comandare la difesa e a farne parte. In casa Udinese si lotta su ogni pallone. Vietato mollare. Emblematici sono i casi di De Paul e Mandragora. L’argentino segna una doppietta nel primo tempo trascinando le ripartenze dei friulani e nel secondo tempo, quando i suoi rimangono in 10 per l’espulsione di Zeegelaar, si mette in difesa con i compagni per mantenere il risultato. Stesso discorso vale per Mandragora, che con il suo gol da fuori area regala i tre punti all’Udinese. A centrocampo comanda lui e sembra un giocatore nuovo rispetto a qualche mese fa. Di Biagio e l’Italia Under21 lo aspettano a braccia aperte, visto che tra due mesi saranno impegnati agli Europei. Se continuerà con queste prestazioni, il talento classe 1997 sarà sicuramente protagonista nel finale di campionato e all’Europeo. Tudor ride e si sfrega le mani, desideroso di scendere nuovamente in campo il prima possibile, come se giocasse ancora.
DI Riccardo Despali