Tutti pazzi per Mbappé. E Mourinho, stregato, lo osserva...

“Sì, è lui quello che ci farà sedere in panchina.” Lo indicano, Payet e Griezmann, lui non se ne accorge. Intento ad allenarsi, sguardo sospeso tra la leggerezza dei suoi diciott’anni e il peso, piccolo ma che forse comincia a farsi sentire, delle responsabilità di chi appare scelto dal destino. Il destino di Kylian Mbappé Lottin sembra già segnato, anche se è lui il primo a tenere i piedi ben saldati a terra (anzi, al terreno di gioco: ma non quando parte e accelera, lì sembra volare). “Non percorrere la strada già segnata, va' lì dove non c'è un sentiero e lascia una traccia": accompagnava con questa didascalia un collage di foto con l’idolo Henry, che oggi di lui dice: “Non mi piacciono i paragoni tra giocatori. Mbappé ha bisogno di diventare Mbappé, questo è quanto. Ma certo che è forte, mi piace tanto”. Benedizione.

Adesso si sono accorti tutti di lui, del bambino francese di Bondy, sobborghi di Parigi. La sua storia e i suoi numeri ve li avevamo raccontati qui, ma a diciott’anni si cresce in fretta e dopo un mese e mezzo tale crescita sembra davvero esponenziale. Ieri un’altra tappa, l’esordio con la nazionale francese: il giovane più precoce (diciott’anni e novantacinque giorni) dai tempi di Wisniewski, che nel 1955 debuttava con la Svezia a diciott’anni e sessantuno giorni. Record nel record, perché già con la convocazione Mbappé ne aveva scritto un altro, particolare e romantico, diventando il primo nato dopo la vittoria del Mondiale ’98 ad essere chiamato dai bleus. Proseguendo nel solco dei numeri, c’è da aggiornare anche il dato relativo ai gol in stagione: sono 19 in 32 presenze (1701 minuti). Ovvero un gol ogni 89’.

Numeri e prestazioni (di recente la scintillante prova in Champions contro il City di Guardiola) che giustificano la Mbappé-mania. Sui social, sui quotidiani, tra i compagni di squadra e… sul mercato naturalmente. Mbappé ha stregato José Mourinho, che lo vorrebbe con sé a Old Trafford. Ma la concorrenza è agguerrita: il ragazzo fa gola a mezza Europa e pare che Florentino Perez fosse presente per lui al Louis II la sera di Monaco-City. E si sa che i galacticos, potenziali e non, al presidentissimo piacciono da sempre. I giornali spagnoli, AS e Marca su tutti, cavalcano l’onda definendolo “La Joya del mercato”: a Madrid sono “fascinados con Mbappé”, a Montecarlo il principe Alberto lo chiama fenomeno.

Ma anche i compagni di squadra percepiscono il crack. “Lo sappiamo, è destinato a squadre come Real Madrid o Barcellona” dice di lui Fabinho. “Sì, è lui quello che ci farà sedere in panchina”. Commenta invece Antoine Griezmann su Instagram, sotto una foto in cui lui e Payet lo indicano. Sembra averlo preso a cuore, lo coccola e lo stuzzica, come nel video girato in aereo di ritorno dal Lussemburgo. “Voilà, prima partita in Nazionale, troppa pressione”, scherza Griezmann, svegliando un tenero Mbappé. Che sorride, cuffie alle orecchie, sembra dire: “Te la faccio pagare”. Ma è uno sguardo puro, non cattivo o infastidito. Poco prima aveva dichiarato, dopo Lussemburgo-Francia: “Sono lo stesso di sempre, un giovane in una squadra di campioni che mi hanno accolto davvero bene. Cerco di ascoltare in campo e di non sentire quello che dicono al di fuori. Ho vissuto una settimana incredibile, spero che i prossimi giorni siano ancora migliori”. Speranza che verrebbe esaudita se dovesse esordire da titolare martedì a Parigi contro la Spagna: tutti lo aspettano, lo osservano. Lui non si nasconde, ma risponde in campo e, fuori, con un’arma forse più importante e decisiva delle altre: l’umiltà.