Lazio, Tudor: "La Juventus è stata parte della mia vita, le motivazioni sono alte"

La Serie A torna in campo dopo la soste delle nazionali. Igor Tudor è pronto per vivere l'esordio sulla panchina della Lazio in occasione della trentesima giornata di campionato. All'Olimpico infatti arriva la Juventus di Massimiliano Allegri. Tudor ha presentato il match contro i bianconeri in conferenza stampa. 

 

Lazio, la conferenza stampa di Tudor in vista del match contro la Juventus

Dopo tre sconfitte consecutive tra Serie A e Champions League e le dimissioni di Maurizio Sarri, la Lazio ha reagito vincendo l'ultima partita prima della sosta contro il Frosinone. I biancocelesti contro la Juventus proveranno a confermarsi avvicinarsi alla zona valida per l'accesso in Europa. Così, Tudor ha cominciato parlando del rientro dei giocatori dopo la sosta delle nazionali: "Sono tornati tutti in buon stato dalla nazionali. Questo è importante. Il problema è che sono arrivati tra ieri e il giorno prima. Con gli altri abbiamo lavorato bene. I ragazzi si sono messi a disposizione. Stiamo facendo un buon lavoro". 

 

Successivamente, Tudor ha proseguito parlando delle sensazioni in vista dell'esordio sulla panchina della Lazio: "Le sensazioni sono positive. Ci si approccia sempre con la voglia di vincere e di fare bene. Alla Juventus ho fatto 7-8 anni e ha fatto parte della mia vita. Era la fase in cui uno si costruisce come persona. Mi ha fatto diventare quello che sono ora, soprattutto per la cultura del lavoro che cerco di trasmettere".

  

L'allenatore biancoceleste ha proseguito parlando della Juventus: "Sarà una gara contro un avversario importante e con motivazioni alte. Le emozioni sono quelle che arrivano da questo. L’allenatore pensa a come preparare la squadra. Io penso che la squadra è sempre lo specchio dell’allenatore. Ci vuole tempo e pazienza per vedere dei cambiamenti quando c'è un cambio in panchina".  

 

 

Tudor ha analizzato anche il lavoro da svolgere dopo un cambio di allenatore: "Ci sono due cose che penalizzano questo passaggio da un allenatore a un altro. Una cosa è che Sarri è stato qui tre anni e soprattutto è un allenatore forte. Bisogna essere molto attenti o vogliosi. Si parla sempre di moduli ma non sono così importanti come pensate. Si parte con un modulo ma poi in campo si cambia. Non è tanto il modulo ma come si interpreta. Felipe Anderson non l’ho provato a tutta fascia. È un giocatore sempre disponibile e con grande gamba. Lui è sempre disponibile. Vedremo come risponde la squadra andando avanti. Luis Alberto e Zaccagni possono giocare insieme, è importante avere giocatore forti. Se un allenatore è bravo gli trova il posto".

 

 

Su Immobile: "Gli ho parlato un paio di volte. L’ho visto molto bene e molto motivato. Ci tiene alla Nazionale. Io penso che dipende solo da lui. Abbiamo parlato tanto e anche di questo argomento. L’ho visto voglioso di fare. Questi due mesi sono importanti per lui. Ha sempre fatto gol e penso continuerà a farne. Ha qualità calcistiche e umane. Io sono convinto che saranno molto importanti questi due mesi alla fine. Kamada? È un giocatore completo e che ha sia corsa sia intelligenza, l’ho visto bello allegro e voglioso. Ora vediamo quando arrivano le partite perché il campo è quello che conta. Per le gerarchie si rispetta quello fatto in passato ma non si può vivere di passato.".

A cura di Giuseppe Vignola

 

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