Totti: "La Sampdoria mi voleva a tutti i costi, come nel '96"
L'ex capitano della Roma Francesco Totti è intervenuto a Sky Sport 24 nel corso di #CasaSkySport raccontando questi giorni a casa: "La giornata è lunga però ho una famiglia che mi sostiene. Tra giochi, compiti e palestra il tempo passa. Ho scaricato Netflix, l'unico modo per passare le serate è vedere film o serie tv".
L'emergenza Coronavirus ha sconvolto il mondo intero: "Nessuno si sarebbe mai aspettato di trovarsi in una condizione simile, con un problema così serio. Abbiamo fatto quest'iniziativa per lo Spallanzani, abbiamo raggiunto 350.000 euro e comprato 15 macchinari. Cercheremo di investire ancora e nel modo giusto per aiutare tutti in questa battaglia contro il Coronavirus".
Totti, dall'offerta della Sampdoria al Mondiale 2006
Totti ha raccontato un curioso retrocena di calciomercato: "La Sampdoria mi voleva a tutti i costi, Ferrero avrebbe fatto qualunque cosa per portarmi a Genova. Già nel 1996 sono stato a un passo dalla Samp, il mister Carlos Bianchi non mi vedeva bene ma in un torneo estivo cambiò tutto. Sono riuscito a rimanere in questa splendida città e chissà dove sarei finito dopo la Sampdoria, sicuramente non sarei più tornato alla Roma".
Totti ha segnato un'epoca alla Roma, ma è stato decisivo anche in Nazionale. Impossibile non ricordare il suo importante recupero dall'infortunio per il Mondiale del 2006: "Quando mi sono rotto il perone a febbraio, ero giù di morale e credevo poco di riuscire ad arrivare al Mondiale. Quando Lippi è venuto a trovarmi ho visto la voglia, l'amore nei miei confronti e lì si è capovolto tutto. Mi ha dato la forza di uscire da quel brutto tunnel. Il mister e tutti i compagni mi hanno dato quella forza in più per arrivare poi a vincere il trofeo più importante per un calciatore".
Sull'addio alla Nazionale: "E' stata una decisione presa già prima dell'infortunio. Ogni anno facevo tantissime partite e siccome avevo un problema alla schiena, dovevo mettere qualcosa da parte. Non potendo mettere da parte la Roma, purtroppo ho dovuto decidere di lasciare la nazionale. La Roma per me è stato tutto, fortunatamente ho chiuso la carriera in nazionale vincendo il Mondiale. Hanno creato un dualismo tra me e Del Piero, ma fortunatamente siamo sempre riusciti a capirci e essere uniti. Abbiamo tutt'ora un grandissimo rapporto e nessuno ce lo toglierà".
Dopo l'addio alla Roma, la fascia è stata raccolta da De Rossi. Il centrocampista dopo due anni ha scelto di andare via: "Rispetto pienamente la scelta di De Rossi di andare al Boca, ognuno è libero di fare le proprie scelte. Io ho avuto delle opportunità a fine carriera, soprattutto all'estero ma anche in Italia, però ero un po' dubbioso. Quando ho smesso, pensavo di poter dare qualcosa e volevo continuare, ma alla fine un anno in più non mi avrebbe cambiato niente. La mia scelta di vita è sempre stata quella di indossare un'unica maglia, con un anno o due avrei cancellato tutto quello che ho pensato per 24 anni".
L'ex numero 10 della Roma ha aggiunto: "Se non avessi fatto il calciatore, avrei fatto qualsiasi sport perchè sono abbastanza portato. Ultimamente mi trovo abbastanza bene con il padel, da giovane potevo fare il tennista".
Totti ha raccontato anche la sua infanzia: "Da piccolo avevo il poster di Giannini in camera, lo devo ringraziare perchè quando ero giovane mi ha dato tantissimi consigli. Mi ha fatto capire che cos'è il calcio professionistico e la Serie A, come comportarsi e come vivere in questo ambiente. Sono stato molto fortunato ad averlo vicino a inizio carriera. Essere capitano per noi romani significava tanto, voleva dire portare più in alto possibile i colori della Roma. Per me è stato un vanto, un privilegio e un onore. Un sogno che tutti i bambini vorrebbero realizzare e noi due lo siamo stati".
Totti, il rapporto con Spalletti e la Lazio in lotta per lo scudetto
L'ex capitano giallorosso è tornato poi a parlare del rapporto travagliato con Luciano Spalletti. Un'esperienza, quella con il tecnico toscano, che Totti divide in due fasi ben distinte: "Per me le due gestioni di Spalletti sono state molto diverse. Il primo Spalletti è stato fantastico per me, come un secondo padre. Ci stavo insieme quasi 24 ore su 24. Il secondo Spalletti ha avuto le sue ragioni, o forse non proprio sue, e qualcosa non è andato nel migliore dei modi. Io ho sempre cercato di tenere la testa alta e fare del mio meglio, nonostante fossi in difficoltà".
Un rapporto che ha portato a fine stagione al definitivo addio dalla Roma dopo 24 anni, una giornata che Totti ricorda così: "Sono passati tre anni dal mio addio, ma spesso e volentieri riguardo quella giornata indimenticabile. Rappresenta tutto l'amore e la passione per la Roma, ricordo ogni secondo di quella giornata. Speravo che non sarebbe mai arrivata, ma come in tutto c'è un inizio e c'è una fine. Alcune persone non le avrei salutate, ma visto il contorno era giusto mettere tutto da parte e fare la persona seria. E' stata una giornata brutta perchè ho smesso di giocare a pallone, ma quello che mi ha dato la gente è stato impensabile. Non avrei mai pensato che sarebbero arrivati a tanto, a piangere come se avessero perso uno di famiglia. Li ringrazierò per sempre perchè tutt'ora mi danno tanto e io ho sempre cercato di contraccambiare in campo. So cosa significa essere romano e romanista e sono fiero di esserlo".
Totti ha poi commentato il cammino della Lazio in questo campionato, a -1 dalla vetta prima dell'interruzione causata dal Coronavirus: "Con Simone Inzaghi ho un bellissimo rapporto, c'è grande rispetto e posso dire che in questo momento è uno dei migliori allenatori in Serie A. Sarei più contento se Inzaghi allenasse un'altra squadra. Da tifoso romanista mi auguro che si fermino il prima possibile, anche se sono quelle annate in cui ti gira tutto bene. In questo momento non si può dire nulla alla Lazio, spero ci possa essere un black out il prima possibile".
Lazio protagonista, sì, ma anche la Roma. Totti commenta così il nuovo ciclo targato Fonseca: "Il problema della Roma sono troppi alti e bassi, per me Fonseca è un grandissimo allenatore che sta capendo il calcio italiano e la città di Roma. Penso che con la giusta unione e alcuni innesti precisi voluti dal mister, la Roma possa fare un grandissimo campionato l'anno prossimo".
Infine, l'ex numero 10 della Roma ha parlato del proprio futuro, con una nuova avventura nel mondo dello scouting appena cominciata: "Non sarà facile trovare altri numeri 10 come me o Del Piero. Ognuno ha le sue caratteristiche, secondo me bisogna tornare alle origini, puntando tanto sui settori giovanili. Cercando meno nomi stranieri all'estero, avremo più possibilità di trovare i nuovi Totti, Del Piero o Baggio. Stiamo partendo con questa nuova agenzia di scouting, anche se l'emergenza Coronavirus ci ha un po' frenato. Il mio obiettivo è trovare giocatori di spessore, cercando in tutto il mondo e spero di farcela. Non sarà facile, ma voglio far crescere i ragazzi nel migliore dei modi e riuscirò a trovare il nuovo Totti".