Torreira: "Dopo la morte di mia mamma ho pensato di lasciare il calcio"
La pandemia, la scomparsa della madre a marzo, la conquista della Liga con l'Atlético Madrid e la Copa América giocata con la nazionale uruguaiana: quella che si è appena conclusa è stata una stagione molto intensa per Lucas Torreira.
“L'anno scorso lavoravo con uno psicologo in Spagna perché nel secondo anno all'Arsenal ho giocato pochissimo. Tanti anni fa ti dicevano: "Ma come fai ad andare da uno psicologo, sei matto?", ma oggi è molto importante, soprattutto per noi che viviamo tante situazioni lontano dalla famiglia. È stato difficile per me accettarlo perché la mia vita dipende dal calcio e quando non gioco sto male, di cattivo umore e mi succede molto. Per questo ho iniziato a vederlo e mi ha aiutato", così Lucas Torreira al portale uruguaiano Ovación.
Torreira: "Volevo smettere di giocare a calcio"
Sulla scomparsa della madre: "Quando se n'è andata volevo smettere di giocare a calcio, e volevo restare con mio padre e i miei fratelli a Fray Bentos. Avevo poca voglia di tornare in Spagna perché avevo paura di restare solo, per fortuna, uno dei miei fratelli è venuto con me a Madrid. Volevo stare con mio padre, perché è quello che ha sofferto di più: stavano insieme da 40 anni. E' dura anche per me perché ho perso mia madre a 25 anni. Ma ora dobbiamo guardare avanti”.
"Atlético esperienza positiva, anche se..."
L'ex Sampdoria si è poi soffermato sula stagione all'Atlético Madrid: “È stata molto bella, un'esperienza unica perché ho sempre sognato di giocare nell'Atlético, perché c'erano Giménez e Suárez. Se chiedi in Uruguay una squadra europea, togliendo Madrid e Barcellona, poi ti rispondono l'Atlético. Molte cose mi sono piaciute, ma non altre, perché non ho giocato quanto speravo".
Nonostante il poco spazio trovato con i Colchoneros, Torreira non ha rancore per il Cholo Simeone: “È una persona molto intensa, ti fa stare sempre con i piedi per terra, dà indicazioni e mette il gruppo al primo posto. Quando mi ha chiamato, non ho esitato un secondo ad accettare. E' stato divertente essere allenato da lui all'Atlético ed è un aspetto positivo che conserverò".
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