I Maldini e il Torneo di Viareggio: una storia lunga 70 anni

1950-2019, sessantanove anni di storia. Di Maldini. Un dinastia infinita, giunta al suo terzo capitolo. Cesare, probabilmente, osserverà tutto da lassù. Fiero, con gli occhi felici di un nonno che ammira il nipote diventato grande. Già, Daniel Maldini sta vivendo giorni indimenticabili, lui che è diverso da chi lo ha preceduto. Attaccante in una casa di difensori, numero dieci in mezzo ai numeri tre per eccellenza. Preferisce le punizioni ai contrasti, il dribbling alla palla spazzata. Nell'arco della stessa giornata ha firmato la doppietta con cui ha portato il Milan agli ottavi di finale del Torneo di Viareggio e ricevuto la prima convocazione con la nazionale Under 18.

6,113 giorni dopo l'ultima volta di Paolo Maldini in Nazionale. Ne sono passati un po' di più da quando nonno Cesare vestiva la maglia azzurra o sedeva sulla panchina nel Mondiale francese del '98. Una vita da quando, invece, giocava il Viareggio. Era il 1950 appunto e il torneo era alle sue prime edizioni. La maglia non era quella del Milan, ma quella della Triestina. Un debutto non esaltante, che quattro anni dopo lo porta però nella Milano rossonera, dove vincerà quattro scudetti e la Coppa dei Campioni nella storica finale contro il Benfica a Wembley prima di ritirarsi nel 1967.






Il rapporto con la Versilia non viene mai meno. Ci torna con la Primavera del Milan nel 1970 e nel 1971. Due finali, la prima contro il Dukla Praga (persa 1-0 all'ultimo minuto) e la seconda con i cugini dell'Inter, un derby a cui assistono oltre 20mila spettatori e che vede gioire i nerazzurri. Sport e non solo, perché Cesare amava anche il mare, tanto da diventare assiduo frequentatore dello stabilimento balneare del Principe di Piemonte. Non solo: nel 1982 torna di colpo ragazzino e festeggia nel nella fontana di piazza Mazzini la vittoria dell’Italia ai Mondiali.

Tre anni dopo, al Torneo di Viareggio, ecco suo figlio Paolo. L'edizione è quella del 1985, in panchina c'è un certo Fabio Capello. Paolo due settimane prima ha debuttato in A contro l'Udinese, lanciato dal ‘Barone’ Niels Liedholm. Anche qui l'esordio è infelice, perché si fa male subito nella prima partita inaugurale contro lo Spartak Mosca. Il Milan passa il girone, poi però viene eliminato agli ottavi dal Torino futuro campione. L'altro figlio di Cesare, cioè Pier Cesare, raccoglie invece 12 presenze in due stagioni con la maglia del Viareggio in Serie C2.






Nel 2015 e nel 2016 è il momento del primo figlio di Paolo, ovvero Christian Maldini. Difensore roccioso, un armadio cresciuto di 30 centimetri durante le giovanili in rossonero. Nella sua seconda partecipazione si qualifica con tante difficoltà agli ottavi, dove il Milan viene travolto per 4-0 dalla Juventus che poi vincerà la finale contro il Palermo. Adesso Christian gioca in Serie C al Fano, dove si è trasferito a febbraio. Prima la Reggiana, poi l'esperienza a Malta con l'Hamrun Spartans. Infine Pro Sesto, Fondi e Pro Piacenza.









L'ultimo Maldini è proprio Daniel quindi. Cresciuto nel settore giovanile del Milan e a quota 10 gol in questa stagione. La prima in Primavera, perché ha ancora 17 anni e non diventerà maggiorenne prima di ottobre. Un futuro davanti, un passato leggendario da cui attingere. Una dinastia, quella dei Maldini, che il Torneo di Viareggio ha imparato a conoscere molto molto bene.

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