Zanetti: "Sudtirol con spirito da Toro. In Coppa Italia respiriamo il calcio vero"
“Dovete fare come il Toro”. Non “come loro”, ma “come il Toro”. Sarebbe banale dirlo a pochi giorni da giovedì, la notte magica contro il Torino, che per il Sudtirol di Paolo Zanetti è il premio più bello dopo un anno e mezzo di fatiche e una doppia vittoria in Coppa Italia contro Venezia e Frosinone. E infatti Zanetti di avere questo atteggiamento lo dice sempre, in ogni partita. Ed è questo che rende subito particolare la chiacchierata con l’allenatore dei tirolesi dei miracoli, giocatore granata dal 2007 al 2011. Quattro anni ad altissima intensità, di alti e bassi (con una retrocessione nel mezzo), di elogi e contestazioni. Segnanti.
“Ma alle mie
squadre lo dico sempre” racconta Zanetti in esclusiva per
Gianlucadimarzio.com, “bisogna giocare con quello spirito. Scendere
in campo e dare il massimo fino alla fine, sopraffare l’avversario
e non essere sopraffatti. Dobbiamo sempre dare l’impressione di
avercela messa tutta anche quando si perde. È una componente
fondamentale per me” dice. I risultati ci sono stati: “L’anno
scorso eravamo partiti per salvarci. Siamo arrivati secondi. Il
carattere è stato uno dei nostri aspetti principali. Ed è quanto ho
vissuto sulla mia pelle a Torino, dove la squadra non era la più
ricca di tutte, ma cercava di superare le mancanze tecniche con
l’agonismo. E quella tifoseria lo riconosce davvero se lo fai”.
"26 ALLENATORI, UN UNICO BAGAGLIO. CONTRO IL TORO È CALCIO VERO"
L’appuntamento è
per giovedì 6 dicembre, alle 20.45. In uno stadio che lo ha amato ma
anche criticato. “Non ero più io a un certo punto, soprattutto
dopo l’infortunio al ginocchio. Ma ci siamo sempre rispettati”
ammette con grande trasparenza. Però tiene a precisare una cosa:
“Quando chiedo di giocare da Toro, non intendo di mettere in campo
solo gli attributi. Questa frase lascia invece il tempo che trova: un
allenatore non può limitarsi a dire questo, bisogna far capire i
dettagli di questo concetto”.
E sì che Zanetti ha vissuto momenti davvero difficili in Piemonte: le aspettative tradite con Novellino (e Recoba), la retrocessione l’anno successivo, le bombe carta durante l’allenamento, duri faccia a faccia con i tifosi. Ma tutto questo si cancella. O meglio, si assimila per lasciare posto ad altro. “Da quelle esperienze, dagli allenatori che ho avuto – e non solo al Toro, in totale sono stati 26 – ho cercato di imparare tutto. Sia i momenti positivi, sia quelli negativi. Cercando di evitare certi errori adesso, visto che tocca a me decidere. Io l’ho detto ai miei ragazzi, lo ripeterò anche prima della partita: abbiamo la possibilità di assaporare un calcio vero. Non farò nemmeno vedere i filmati dei nostri avversari o li spavento troppo! Dobbiamo cercare di fare il nostro gioco, le nostre azioni a memoria. Non abbiamo la presunzione di imporci contro la sesta squadra d’Italia”.
"VENTURA: MAESTRO PER UN MESE"
Lo afferma con
un’ammirazione che parte da lontano. Perché “Cairo è cambiato
moltissimo. I primi anni sono serviti da rodaggio, doveva capire come
funzionasse questo mondo strano. Ci sono stati tanti allenatori,
direttori sportivi, giocatori. Poi ha investito sugli uomini ed è
tutto diverso: è iniziata una scalata portata avanti con un
dirigente preparatissimo come Petrachi e con un allenatore che ha
fatto la storia, Ventura”.
Quel nome adesso ha
tutta un’altra valenza. “Ma io resto della mia idea: ho imparato
più con lui in un solo mese di ritiro che in un lavoro quotidiano
con altri. Quando arrivò, capii subito che il Torino sarebbe
ritornato in Serie A. La Nazionale se l’è meritata ma ha pagato il
fatto che essere ct è molto diverso da un allenatore di club. Il suo
è un gioco molto metodico: penso che abbia trovato difficoltà nel
non avere tutti i giorni a disposizione i suoi giocatori”.
E sul lavoro
quotidiano punta tutto anche Zanetti. E lo fa pure sui suoi
giocatori. In attacco schiererà il suo bomber Costantino: 17 gol in
campionato lo scorso anno. “Ma loro avranno Zaza, non possiamo fare
paragoni. Dico solo che Rocco ci tiene tantissimo a segnare. Per noi
sarebbe bellissimo riuscire a fare un gol”. Un obiettivo da
raggiungere con pazienza e determinazione. Con testa e grinta. Da
Toro. Contro il Toro.