Un sogno chiamato Europa: Berenguer, il cuore al cielo e la cornice del Grande Torino

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Toccare il cielo con un dito. A pochi giorni dal derby e dall’anniversario di Superga. La serata di oggi è del Torino, che annulla il Milan vincendo 2-0 e ora sogna in grande. Come non gli capitava da tanto tempo. Emozioni a 360° all’Olimpico, dove si ricorda il Grande Torino, si riempie lo stadio per spingere la squadra di Mazzarri verso l’Europa: alla vigilia erano 700 tifosi davanti all’hotel; allo stadio ce ne sono oltre 25mila. Un esame difficilissimo, “la finale più importante delle cinque partite che ci mancano”, aveva detto l’allenatore. È superato.

E la tensione non era alta prima del gol di Belotti. Ma dopo. Minuto 67’: ripartenza di Berenguer. Sbagliata. Non è la prima, nonostante la corsa continua dello spagnolo per tutta la partita. Dagli spalti si leva qualche fischio e un invito a Mazzarri: “Cambialo!”. Probabilmente, le voci non sono arrivate all’allenatore. Né al giocatore, soprattutto. Ma proprio a pochi secondi dalla sostituzione che era già preventivata, lo spagnolo compie il miracolo. È la sua seconda rete stagionale, in un campionato di saliscendi (non a caso in inverno era stata valutata anche una sua possibile cessione).

È una rete che sa di Europa. Esplode l’Olimpico, esplodono i giocatori: Berenguer con le mani mima un cuore, dedicato alla fidanzata che ha conosciuto a Torino e con la quale condivide ogni attimo della sua vita in Piemonte. Ha segnato al Milan, ha segnato anche al Frosinone: due gol decisivi, da sei punti. Ed è forse nel ritratto del piccolo spagnolo che si vede un Toro diventare sempre più grande. Forse da Champions, anche se Mazzarri non lo vuole dire.

Cuore al cielo, cuori che battono. E un silenzio di incredibile rispetto quando durante l’intervallo è stato cantato dai cantanti granata dei Sensounico un inno dedicato a Valentino Mazzola e tutti i suoi compagni: “Quel giorno di pioggia”. Non una parola: solo i telefoni accesi a fare da coreografia silenziosa ma densa di commozione: “Noi dobbiamo avvicinarci il più possibile a loro”, ha detto proprio Mazzarri, “a quegli Invincibili”. Sottinteso, almeno per quanto riguarda il loro spirito.

Il Torino ora sogna: ha 4 partite (tra cui il derby e la Lazio) che possono dire tantissimo. Curiosità: l’ultima vittoria del Torino contro il Milan (che finora sotto la dirigenza Cairo non era mai stato sconfitto) risale al 2001. Segnò Lucarelli e costò l’esonero a Terim. Il Toro a fatica conquistò quell’anno l’Intertoto, inaspettatamente, perché l’Atalanta aveva rinunciato a iscriversi. Di nuovo i bergamaschi sul cammino dei granata, di nuovo un allenatore rossonero a rischio. Ma questa volta gli obiettivi sono diversi: e a Torino si torna a vivere una notte magica. Anche senza essere bianconeri.

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