Gol Belotti, fischi a Zaza: il Toro a due facce vede l'Europa

belotti_zaza_torino

Faceva freddo. Molto. Non come in Russia, certo, ma sicuramente qualcuno l'ha patito meno di altri. Vittoria per 2-1 in rimonta e sesto posto. Mazzarri ricomincia così, con un successo che in casa non si vedeva dal 5 ottobre (3-2 al Frosinone): due mesi. La panchina gli era mancata tanto, anche se per una sola partita. Contro il Genoa non poteva prospettare un ritorno migliore, in seguito a quel malore che aveva fatto preoccupare la squadra e tutto l’ambiente. E dopo il riposo forzato di Cagliari, rieccolo in campo, in una gara che non regala molte emozioni ma che in compenso porta in dote tre punti preziosissimi. Tre, come i gol che quest’anno il Gallo Belotti ha segnato su rigore. Tre su tre, anzi, una statistica che fa sorridere sicuramente il capitano, in questa stagione scatenato contro le liguri (delle cinque reti in campionato si conta anche la doppietta a Marassi).

Soddisfazioni collettive e personali per il Torino di Mazzarri che si riprende dalla delusione della sconfitta contro il Parma e dal pareggio senza spunti e reti di Cagliari. Ma da un rossoblu all’altro qualcosa è cambiato e non solo per quell’espulsione nel primo tempo di Romulo dove è cambiato tutto. È arrivata la rete di Ansaldi, per esempio, che in Sardegna era tornato a giocare e che proprio in Sardegna lo scorso anno aveva segnato la sua prima rete in Serie A. È arrivata la sua seconda oggi, contro la squadra che in Italia l’ha portato nel 2015.

Ansaldi e Belotti, Mazzarri li aspettava da tempo: non hanno fallito nel giorno in cui il Toro festeggia con un giorno d’anticipo il suo centododicesimo compleanno. Con note positive e negative, perché i fischi a Zaza raccontano ancora di un amore non sbocciato e di un tridente, con Falque, che tarda a decollare. “Oggi l’ho incitato molto” ha commentato a Sky Belotti, in riferimento al compagno di club e di Nazionale. “Ci teneva a giocare e si è impegnato tanto, lottando in continuazione”. Non è bastato per raccogliere gli applausi dello stadio e sarà sicuramente arrabbiato, un po’ come Piatek che nel momento della sostituzione non è sembrato prenderla molto bene o come Lapadula che a fine partita ha gettato la maglia davanti alla panchina, con molta rabbia.

Ci sarà tempo per parlarne e per analizzare tutto. Sia per il Genoa (solo tre punti in sette gare da quando è arrivato Juric), sia per il Torino. Che sta raccogliendo a poco a poco i risultati che sperava. Con vista Europa.

Google Privacy