Toccando con mano il metodo Gattuso: dal drone ai ritmi alti in allenamento, un salto nel cuore della quotidianità-Milan
“Toccare con mano”. Frase tipica, almeno in un contesto su tutti: ai più attenti, nel corso delle conferenze stampa o delle interviste rilasciate da Rino Gattuso, non sarà infatti sfuggita una massima spesso utilizzata dall’attuale allenatore del Milan, sempre più protagonista di quel processo che abbiamo simpaticamente definito RinOscita (sin dal primo giorno sulla panchina della prima squadra) ormai intrapreso a pieno regime. Enorme voglia di vivere quotidianamente il campo, di percepire gli stati d’animo di ogni giocatore per trarne il meglio, di restare a contatto per più tempo possibile con una realtà amata prima da bambino, poi da calciatore e infine da allenatore, realizzando un sogno.
Ecco: prendete la stessa locuzione e trasportatela, almeno per una mattinata, nell’ambito di chi il calcio non lo gioca o lo insegna, semplicemente scrivendone, parlandone o vivendolo dall’esterno. Perchè grazie ad un’idea della società rossonera, nella giornata odierna, abbiamo avuto la possibilità di toccare sì con mano la metodologia Gattuso, direttamente dal bordo del campo centrale di Milanello. Un’ora e mezza di allenamento, in vista della rifinitura pre Ludogorets e della sfida di ritorno dei sedicesimi alla squadra bulgara, in cui poter osservare più da vicino tutti i dettagli della quotidianità milanista agli ordini di chi “Ringhio” è stato, inizialmente in campo, ed è rimasto, al lavoro con la stessa grinta di sempre.
Tono di voce elevato e intensità: ce le si aspetta in fasi di maggior movimento della sessione, alla quale prendono parte anche quattro elementi della Primavera (Bellodi, Tiago Dias, Negri e Brescianini), ma con Gattuso la guardia è sin dal primo momento altissima. “Via” e “andiamo” anche nelle operazioni partite, dalle 11.30 in poi, tra riscaldamento, corsa laterale ed incroci, sotto gli occhi del ds Mirabelli: qualche incoraggiamento ai suoi, osservando dal cerchio di centrocampo anche la fase di stretching, alla ricerca continua del miglior linguaggio del corpo possibile, per poi dare il via alla divisione dei gruppi nel prosieguo della seduta. Da lì, via a chiare indicazioni: corsa leggera per Bonucci (vittima di una piccola contrattura nei giorni precedenti), Bonaventura, Calabria, Biglia e Suso, con ogni probabilità non in campo dal 1’ per la gara di ritorno di giovedì, prima di rientrare negli spogliatoi, con il resto della rosa spartito in due anime.
Da sinistra a destra, con il solo Mateo Musacchio assente per l’intero allenamento a causa di un risentimento al polpaccio da valutare: Çalhanoglu, André Silva, Rodríguez, Montolivo, Abate, Romagnoli, Kessie, Borini, Cutrone e Conti, vicino al rientro pur con un lavoro poi proseguito a parte, impegnati in allunghi e torello, mentre nella parte più centrale del campo la sessione inizia a vivere le fasi più interessanti. Via ad esercitazioni su conduzione di palla, prima, ed esercitazioni su fase difensiva ed offensiva poi, sensibilmente migliorate gara dopo gara, con un ospite speciale ad osservare da un’altra prospettiva il tutto: un drone, pilotato dal Match & Performance Analyst rossonero Marco Sangermani, a riprendere dall’alto i movimenti di ogni calciatore impegnato sul campo. A muoversi nella metà campo “osservata” ecco Antonelli, Mauri, Abate, Vergara, Rodriguez, Gómez, Oduamadi, Tiago Dias e Kalinić, con il croato oggi sempre in gruppo dopo lo stop per pubalgia degli scorsi giorni, per nuove e continue soluzioni provate in vista delle prossime gare: dopo il riscaldamento effettuato a parte, si uniscono a ruota anche i fratelli Donnarumma.
Sguardo fisso sul campo, con il coinvolgimento totale dell'intera rosa a disposizione, tranne per un istante: a sorpresa, Gabriel Paletta fa (forse per l’ultima volta) il proprio ingresso a Milanello. Ultimi saluti ad alcuni compagni, dopo la risoluzione del contratto già formalizzata alla fine dello scorso mese di gennaio, per un’avventura ormai incombente allo Jiangsu Suning, in Cina: a riportare tutti verso la massima concentrazione, tuttavia, non può essere che Rino Gattuso stesso, pronto a dare il via alla parte finale dell’allenamento odierno. Partitella a campo ridotto con porticine, al via attorno alle 12, e due squadre da 10 elementi distinte da felpa bianca (Abate - Zapata - Romagnoli - Antonelli in difesa, Brescianini - Mauri - Mastour a centrocampo ed Oduamadi - Kalinic - Çalhanoglu davanti) e pettorina verde (Vergara - Gomez - Bellodi - Rodriguez in difesa, Kessie - Montolivo - Locatelli a centrocampo e Borini - André Silva - Cutrone in attacco): a riscaldare una contesa comunque intensa, con Cutrone vittima di un pestone rimediato, ci pensa ovviamente chi di Milanello è tornato padrone, in rosso al centro del campo, tra i complimenti per i movimenti ad un “pupillo” come Çalhanoglu, l’incitamento a Locatelli per farsi vedere più spesso e un (simpatico) rimprovero a Brescianini su una palla giocata troppo morbidamente. Ritmi altissimi, dopo ogni pallone uscito o breve interruzione, e palla immediatamente giocata per dare il via a una nuova azione, anche dopo ogni girandola di cambi (Juan Mauri - Tiago Días - Negri per Rodriguez - Çalhanoglu - Mastour, rientrati poi al posto di Romagnoli - Montolivo - Cutrone).
A confronto chiuso, osservato da vicino anche dall’allenatore della Primavera Lupi, resta sul terreno di gioco del campo centrale il probabile tridente offensivo schierato da Gattuso per la gara di ritorno contro il Ludogorets: Borini ed André Silva, proprio con il supporto dell’allenatore, concludono a rete scambi o cross in maniere differenti, tra tiri al volo e colpi di testa verso Antonio Donnarumma o Guarnone; Patrick Cutrone, in gol nella partitella, termina invece la propria seduta lavorando sulla protezione del pallone spalle alla porta, con una sagoma come punto di riferimento. Ultima immagine di una giornata qualsiasi, per ogni calciatore rossonero, e al contrario più che indicativa per chi finalmente ha potuto toccare con mano il metodo di allenamento made in Gattuso, ormai sempre più verso la conferma in panchina anche per la prossima stagione: concentrazione al massimo, anche in fase di riscaldamento e corsa, tono di voce alzato mai casualmente, se non per incitare o complimentare, e l’aggiunta di occhi virtuali per un’analisi il più completa possibile, all’interno di un clima estremamente disteso. Locus amoenus ritrovato di un Milan che con il suo nuovo condottiero, dopo il superamento delle prime difficoltà, è tornato a vivere la soddisfazione di essere squadra unita, compatta e in costante miglioramento. Conscio di dover dare ancora il meglio, in una lunga e dura seconda parte di stagione, per far sì che di RinOscita si parli davvero in maniera definitiva.