Sciroppi, scosse e gol: alla scoperta di Tchouaméni
Ci ha messo un po’ per capire le sue enormi doti e credere nella sua riuscita. Aurélien Tchouaméni è uno dei migliori prospetti della Ligue 1 ma l’ha capito da poco: gli sono servite le scosse di papà e di Niko Kovac (suo attuale allenatore al Monaco), che lo ha fatto diventare un giocatore di primo livello. Centrocampista di proprietà del Monaco, classe 2000, quest’anno ci si aspetta che sia quello della sua consacrazione dopo una seconda parte della scorsa stagione da grande protagonista che gli è valso anche il premio di "Miglior giovane" della scorsa Ligue 1.
Aurélien Tchouameni: il profilo
Tchouaméni è un giocatore imponente di fisico, bravo con i piedi e col vizio del gol che non ha mai perso: Aurelien infatti fa la vita da mediano ma da piccolo giocava in attacco. Adesso è una diga a centrocampo ma spesso sale (anche su calcio d’angolo dove può sfruttare la sua statura, 1,85m, e i suoi muscoli) e quando lo fa è sempre una minaccia. Tanto che ai tempi del Bordeaux, il club dove è cresciuto, è stato in grado di segnare in Europa League a 18 anni diventando il più giovane marcatore di sempre del club nelle competizioni europee. E un gol neanche così banale: dal limite dell’area ha fatto partire un sinistro potente e preciso che è finito alla destra del portiere.
Tchouaméni: passione sciroppi
Non toglietegli la granatina o lo sciroppo alla fragola. L’aneddoto particolare lo raccontò il suo ex compagno Youssouf a France Football: “Al centro di formazione di Bordeaux mangiavamo alle 7 e 30 la sera e non ci era concesso mangiare dolci. Era vietato. Alcuni del club entravano nelle nostre camere per vedere se qualcuno avesse della nutella o degli snack. ‘Tchou’ aveva gli sciroppi. Dopo i pasti li bevevamo in camera con lui e ci davano quel tocco di zucchero che ci metteva di buon umore”. Questione di gusti.
Dopo esser stato acquistato dal Monaco nel gennaio 2020, nei primi mesi ha dato l'impressione di non riuscire a fare un nuovo salto di qualità in campo. Fino all’intervento del padre, raccontato da egli stesso su France Football: “L’ho scosso. Gli ho detto che mi sembrava che giocasse leggero, che si accontentasse del minimo sindacale. Gli ho detto che stava diventando un giocatore banale. Ha funzionato: perché ha fatto una seconda parte di stagione straordinaria. Ogni tanto me lo rinfaccia ancora quando fa delle grandi partite: ‘Ecco il giocatore banale’, mi dice ridendo”.
Numeri: 42 partite l’anno scorso con il Monaco, 3 gol. Ottime prestazioni che gli sono valse la chiamata in U21 per l’Europeo. Questa stagione l’ha già iniziata col botto: prima partita ufficiale (preliminare di Champions League contro lo Sparta Praga), prima rete di testa su calcio d’angolo, dopo un grande inserimento e una lettura di gioco da bomber. Ora la Juventus gli ha messo gli occhi addosso. Eccolo il 'giocatore banale', starà dicendo a papà.
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