Tavecchio: "Lippi spinse per Ventura, io volevo Donadoni o De Biasi"
La Svezia chiude da prima nel girone, la Germania è fuori dai Mondiali: "Ma io, sin dai sorteggi per gli spareggi, dicevo che questa Svezia era un avversario ostico. E nessuno mi dava retta - commenta Tavecchio, nell'intervista rilasciata a La Gazzetta dello Sport -. Eppure anche io a Milano, quel giorno, avrei scommesso tutto quello che avevo sulla nostra vittoria".
Negli ultimi tempi, Tavecchio ha rivelato che più volte, nel corso della sua gestione, ha spinto perché Balotelli fosse convocato: "Mandai Ventura a vederlo a Nizza, ma una volta tornato mi disse che in squadra c'erano dei veti su di lui. Sono stato criticato per essermi dichiarato "pro" Mario e Insigne. Anche con Lorenzo, io a Milano dissi ai giornalisti che c'erano 30mila napoletani allo stadio per la partita contro la Svezia. Ma mica potevo obbligare Ventura a farlo giocare..."
Un punto di riferimento che sarebbe dovuto essere al fianco di Ventura nel corso della gestione pre-Mancini era Marcello Lippi: "Avevamo il suo ok, anche dal punto di vista economico. Poi, ecco i problemi legati al fatto che suo figlio di mestiere fa il procuratore. In tutto ciò, Ventura era il nome proposto da Lippi - che avrebbe invece svolto il ruolo di direttore tecnico -. Noi volevamo Donadoni ma il Bologna disse no, in alternativa l'ex Torino o De Biasi. E la federcalcio albanese mi implorò di non strappargli via il loro ct"
Il rammarico di Tavecchio è legato al nome di Antonio Conte: "Prendeva 4 milioni, ne chiedeva 6,5. Fosse rimasto, sono certo che ora saremmo in Russia, e quei soldi li avrei recuperati con qualche amichevole. Ma era giusto dare a lui soldi che avremmo potuto investire nel settore giovanile?"
Nell'era post-Ventura, fosse rimasto in carica nel ruolo di Presidente, anche Tavecchio, con ogni probabilità, avrebbe puntato su Mancini: "Subito dopo la sconfitta con la Svezia chiamai Sacchi affinché convincesse Ancelotti a caricarsi gli azzurri sulle spalle, ma anche Carlo costava troppo. A quel punto, Mancini sarebbe stato l'ideale anche secondo me".
Le seconde squadre, che dal prossimo anno prenderanno parte al campionato di Serie C, "erano già state ideate, sulla base di alcuni accordi, nel 2016-2017. Lazio, Roma, Fiorentina, Milan, Inter e Juve erano disposte a prendere parte, ma la Lega Pro non ci diede il via libera. Vedo un calcio italiano ideale come strutturato in quattro leghe, tutte da venti squadre, suddivise tra Serie A, B e C, e poi la Lega Dilettantistica. Con la Serie C, ovviamente, articolata in tre gironi".
L'intervista completa su La Gazzetta dello Sport