Dal “Ninja di Iga” agli idoli di Doan: una Bundes “Made in Japan”
Oltre 9000 chilometri separano la Germania dal Giappone. Eppure, oggi, le due nazioni non sono mai state così vicine. Un legame con radici profonde, da rintracciare nella storia: dall’ammodernamento del Giappone sul modello tedesco/prussiano degli anni 60 dell’800 all’asse tripartito del 1940 che legava strettamente Germania, Giappone e Italia. E adesso, a distanza di anni, il filo rosso che tiene legate le due nazioni sembra essere ancora più forte.
Diverse sono le squadre del continente europeo ad aver abbracciato un progetto “Made in Japan”, ma se c’è un campionato in particolare con un grande numero di talenti nipponici quello è di sicuro la Bundesliga. Germania e Giappone: lontane ma vicine, come abbiamo detto. Dall’inizio della Bundes di quest’anno, diversi sono infatti i talenti provenienti dal “Paese dal Sol Levante” che si stanno mettendo in mostra nel campionato tedesco.
Dal “Ninja di Iga” agli idoli di Doan, passando per il Bochum del “Jolly Miyoshi” e per i sogni d’infanzia di Itakura.
Shuto Machino (町野 修斗), il “Ninja di Iga”
È un attaccante classe ’99 e gioca nell’Holstein Kiel, squadra neopromossa del campionato tedesco. Il calcio fa parte della vita di Shuto da quando aveva 3 anni, anche se nelle sue radici scorre linfa di un vero guerriero. È infatti nato a Iga, cittadina della prefettura di Mie che per anni ospitò la base centrale dell’omonimo clan ninja.
I genitori di Shuto gestiscono tutt’ora un negozio di tatami, tipica pavimentazione giapponese in legno costituita da un piano equilibrato e armonico di incastri di pannelli modulari. Questo sistema è in un certo senso servito e come al giovane Machino. Equilibrio (appunto), eleganza e disciplina. Oggi è uomo centrale e bomber d’attacco nell’offensiva del neopromosso Kiel. La salvezza e la permanenza della squadra nel massimo campionato tedesco dipenderanno anche dai suoi colpi.
Gli idoli di Ritsu Doan (堂安 律)
Il Gamba Osaka e il Giappone che lo hanno fatto sbocciare e l’Europa che lo ha continuato a far crescere. Ritsu Doan, ala del Friburgo, è arrivato prima in Olanda al Groningen – dove nella sua prima stagione ha anche battuto il record di gol di un certo Arjen Robben - e poi in Germania all’Arminia Bielefeld. All’avvio della sua avventura in Bundes infatti, Doan aveva dichiarato “Stare lontano da casa non è facile, ma mi ha reso più forte”.
Anche per lui, spirito e animo di un combattente. Dall’essere protagonista con la nazionale giapponese ai gol in Bundes con la maglia del Friburgo. A chi si ispira? “Honda e Nagatomo sono i miei idoli. Mi hanno spinto loro a diventare un calciatore”.
I sogni d’infanzia di Ko Itakura (板倉 滉)
“Ogni volta che scendo in campo, è come se tornassi bambino. Rivivo sempre il mio sogno d’infanzia”, aveva dichiarato Itakura a FIFA +. Difensore centrale, mediano all’occorrenza. E quasi un metro e novanta di altezza che gli permette di avere un’ottima capacità nel colpo di testa. La corsa uno dei suoi pregiati punti di forza, unita a una forte resistenza fisica che lo rende piuttosto “roccioso” nel tu per tu con l’avversario. Attualmente tra le fila del Mönchengladbach, rappresenta un vero e proprio baluardo della difesa allenata da Seoane.
Un passato nel Kawasaki Frontale, poi il Groningen in Olanda e lo Schalke e il Gladbach in Germania.
Il “Jolly Miyoshi” (三好 康児), la carta in più per la salvezza del Bochum
La creatività, uno dei suoi punti forti. “È una vera fonte di idee, oltre che di gol”, aveva commentato il direttore sportivo del Bochum Marc Lettau dopo l’arrivo del centrocampista giapponese nel club tedesco.
Poliedrico. Veloce, rapido. E con l’istinto del gol. E quel dribbling che lo rende particolarmente abile come se fosse ormai il suo “marchio di fabbrica” …
“Fonte di idee”, proprio come la rete inventata nella partita di campionato d’andata contro i campioni in carica del Leverkusen. L’unica, finora, della sua Bundes.
Attualmente il Bochum si trova nei bassifondi della classifica, e chissà che non sia proprio la creatività nipponica di Miyoshi a scacciare via i pensieri di una possibile retrocessione…
“Oltre 9000 chilometri separano la Germania dal Giappone”, avevamo detto all’inizio. Eppure, oggi, le due nazioni non sono mai state così vicine.
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